Con Hunley - Sweet Memories cover album

Ventidue anni sono una bella vacanza. Non c’è da stupirsi quindi che oggi nessuno (sarei lieto se qualcuno mi smentisse) si ricordi di questo signore pensoso dai capelli e dalla barba d’argento. E sì che sin dalla copertina di questo Sweet Memories, Con Hunley fa di tutto per provare a riannodare i fili con un passato ormai remoto, soprattutto nel veloce mondo dell’entertainment. Anche le copertine dei suoi precedenti cinque album (tutti tra il 1979 e il 1982 e tutti per Warner Bros.) lo ritraevano, più o meno pensoso, barba e capelli dallo stesso taglio. E così le canzoni, che come quelle di quei cinque album (un paio arrivarono allora anche nelle zone di bassa classifica, settore country) sembrano ripartire come se invece di ventidue anni fossero passati ventidue minuti.

Hunley è un interprete classico, dalla bella voce impostata, maschia e indifesa quando occorre, uno di quelli che negli anni ’80 le major si contendevano per dare una spinta all’asfittico mercato della country music. Gente dal mestiere solido ma, spesso, di facili costumi, pronti alla scivolata ruffiana e alla pacchianata da Nashvegas. Anche Hunley ci è passato e forse per questo, dopo solo tre anni se n’è andato a occuparsi di golf.
Questo Sweet Memories, che nasce senza grandi ambizioni e francamente con ancora meno chance di ripetere i lontani successi di un tempo, suona allora come un disco da prendere sul serio. Per la sincerità di alcuni episodi (dedicati alla madre, scomparsa proprio durante le registrazioni), ma soprattutto per la rilassata libertà con la quale Hunley mescola country/gospel e ballatone da puro mainstream anni ’80.

IMMI 42825 (Country Pop, 2003)

Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 111, 2005

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