Culmine della carriera solistica di un Joe McDonald orfano dei Fish, questo live completamente acustico fu registrato al Bitter End di New York e pubblicato dalla Vanguard nel 1972. Pifferaio magico della controcultura americana, Joe agitò senza posa un iconoclastico combat rock per scardinare le incongruenze dello zio Sam, irridendone simboli come L.B. Johnson o Nixon, erigendosi a baluardo contro lo scempio del Vietnam, tema a cui dedicò la carriera, durante e dopo il conflitto.
Ma nel CD non compaiono solo sberleffi e attacchi frontali, c’è anche il poeta che canta serenate d’amore, l’emulo di Woody Guthrie a cui aveva dedicato un disco e, non ultimo, il musicista formato nella fucina del blues e sul Parnaso dei folksingers. L’antimilitarismo, l’ansia ecologica e l’irriverenza restano comunque il biglietto da visita di questo eccitante show.
Solo 36 minuti, ma fitti e pepati. Apre la vertiginosa Entertainment Is My Business bluesy e sarcastica, con uno stile che ricorda Havens. Una love song d’altri tempi è la svagata Sweet Marie. Kiss My Ass dall’eloquente titolo, è un blues lavico e oltraggioso, nello stile dei Fish. Finger-picking di taglio gentile e buffa fiction sul destino dell’uomo, la successiva Living In The Future In A Plastic Dome. Walking In Santiago, uno strumentale pittorico, chitarra e armonica, scritta prima del disastro. Punto centrale del disco la celebre Tricky Dicky, filastrocca spietata per l’uomo del Watergate. C’è poi l’aneddoto goliardico di You Know What I Mean, la dolce Fly So High e Deep Down In Our Hearts, vivace cantilena per ‘èpater les bourgeois’. Free Someday, una We Shall Overcome laica, il gospel dell’utopia. La strada come punto di raccolta in I’m On The Road Again. Eravamo tanti.
One Way OW 30996 (Singer Songwriter, 1995)
Francesco Caltagirone, fonte Out Of Time n. 10, 1995
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