La Round Tower non finisce mai di stupire. La caratteristica di questa label irlandese, o meglio, la filosofia stessa, è quella di produrre artisti che scrivano ed interpretino la propria musica. I Coyotes, country-band emergente della scena londinese, si inseriscono perfettamente negli ideali musicali di un’etichetta per la quale i valori musicali sono tutto.
I cultori del country-roots sound cantautorale nel più puro stile americano rimarranno estasiati di fronte alla band di Errol Walsh, songwriter che si ispira apertamente a personaggi come Jesse Winchester, John Prine, Merle Haggard, Russell Smith, e cita tra i suoi amori Taj Mahal e gli Amazing Rhythm Aces.
Errol Walsh, cantante e chitarrista acustico, è un personaggio emergente di cui si attendeva l’esordio solista per la primavera del ’97; questo CD di sole nove canzoni – le cose belle sono sempre troppo brevi! – ne è una appetitosa anteprima.
I Coyotes non sono un gruppo fisso, ma un insieme di musicisti che fa capo a Walsh, comprendente: Willie Wilson, batteria, Malcolm Hopkins, basso, Ed Deane e Dave Luke; chitarre, con l’ausilio di Steve Simpson, mandolino e accordion, Andy Cooper, tastiere, e Bob Loveday, violino. Insieme, grazie alle doti cantautorali del loro leader e alla solida ispirazione nella musica ‘americana’, firmano una delle più interessanti produzioni country indipendenti dell’anno. La calda e profonda voce del loro leader, già definito ‘the next country boy’, interpreta con pari intensità e classe tutte le situazioni topiche di questa musica: Long Last Look, road song per eccellenza, Time After Time, romantica ballata, Final Farewell, strappalacrime, e Crossroads Sign, dai profumi gospel, sono da antologia. Arrangiamenti vocali e strumentali che trasudano citazioni di grande musica ‘americana’ di matrice country e roots, da una band per intenditori di questo genere.
Round Tower RT 085 (1997)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 20, 1997
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