Nulla di che stupirsi. Direi fosse quasi inevitabile che prima o poi Dale Watson, uno dei più significativi tra gli artisti texani, giungesse ad un album tutto swing.
Ed eccolo. Bello come potevamo aspettarcelo. In tre parole, Dean Martin meets Bob Wills & Lefty Frizzell.
Opportunamente, il sottotitolo dell’album indica che quanto si andrà ad ascoltare è sì swing, ma con un caratteristico taglio honky tonk. Due generi di casa in TX: già dai primi anni ’30 il primo, quando il suono delle big bands di LA e New York raggiungeva via etere hillbillies armati di violino pronti ad adattarlo alle fiddle tune e alle ballate country; mentre il secondo, poco più tardi, cominciava a farsi spazio tra i chiassosi tavolini dei juke joint con strumenti elettrici che alla Grand Ole Opry di Nashville faticavano ancora ad entrare.
Un po’ Dean Martin, Bobby Darin e pure Frank Sinatra, nelle intenzioni, ma senza sforzarsi troppo di placare la sua debordante e convinta personalità country, che anche in questa occasione si opera al fine di celebrare i grandi honky tonker che hanno reso intramontabile questo genere.
Dale Watson, dal canto suo, è già da considerare un personaggio classico.
Non tanto per la fama, ma per l’impostazione, il timbro di voce, le scelte stilistiche, gli arrangiamenti, il sound in generale. Ray Price, George Jones, Webb Pierce, Lefty Frizzell, Faron Young, Merle Haggard non potevano chiedere di meglio riguardo al futuro della loro musica.
Non tutti i brani dell’album sono originali, come la cover vorrebbe far credere, secondo le note di copertina, infatti, tutte le canzoni vengono accreditate a Dale Watson, il che non è vero. Balza subito all’orecchio esperto che You Win Again (1952) è il famoso pezzo di Hank Williams.
L’arrangiamento di Dale è notevole, ma la canzone non è certamente sua. Che dire poi di Dance All Night (sarebbe meglio dire I Could Have Dance All Night, questo il vero titolo) la strafamosa canzone composta da Lerner e Lowe per il musical My Fair Lady! di originale c’è solo l’arrangiamento. Ancora: il brano Monterrey (titolo originale It Happened in Monterrey già grande successo nel film King of Jazz del 1930, ripreso in seguito da decine di famosi crooner come Crosby, Torme, Sinatra, ecc.) non può essere attribuito a Dale Watson. L’unico cambiamento apportato nelle parole riguarda la strofa in cui ‘stars’ fa rima non con ‘steel guitars’ ma con ‘pedal steel guitars’.
Continental Song City 1033 (Country Swing, 2003)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 68, 2003
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