Dallas Wayne - Big Thinkin' cover album

La storia di Dallas Wayne, di Springfield, Missouri, risale musicalmente ad oltre una decina di anni fa, quando, nel 1989 riesce a pubblicare Georgia Dreamin’, il primo di una serie di album che, da solo o alla guida di un paio di band, lo porteranno ad essere cavaliere errante tra l’Europa e gli States, a rincorrere una legittimazione che la critica specializzata gli ha spesso lesinato e che il mercato non è riuscito a tributargli a causa di una troppo limitata distribuzione dei suoi albums.
Tra il 1990 e il 2000, oltre al suddetto album, incide Hey Y’all con gli Special Consensus Bluegrass Band, Walkin’ The Duck, Lucky 13, Buckle Up Baby, Part Of The Crew ed il recente Screamin’ Down The Highway con i Dimlights, per arrivare a questo Big Thinkin’ che vede Dallas Wayne di nuovo solista, entrare alla prestigiosa corte della Hightone Records.
Questo nuovo lavoro, Big Thinkin‘,  sembra voler dare una svolta alla carriera di Wayne, finora imperniata su un songwriting tipicamente country, ispirato a George Jones e solo raramente ravvivato da influenze rock tenute sempre troppo a freno.

L’incontro con Robbie Fulks e la collaborazione che lo ha portato a firmare pressoché tutti i brani del CD, oltre che a suonare la chitarra occuparsi delle parti corali e, per finire, a produrne i risultati, ha dato un nuovo impulso allo stile di Wayne, garantendogli un brio ed un’originalità che in precedenza rappresentavano forse la più grave carenza del suo linguaggio. Il country di Wayne si è allontanato dagli stereotipi nashvilliani, per imparentarsi strettamente con il rock di matrice southern, ripescando ancora una volta Hank Williams, al quale Fulks è riuscito ad accostare qualche piacevole venatura pop.
Se in copertina troviamo un Dallas Wayne con una forte somiglianza al grande Charlie Daniels, nell’album questa somiglianza apparentemente soltanto estetica, trova una certa corrispondenza di intenti anche nel sound e non può che essere una piacevole sorpresa.
All’incisione ha partecipato una band ricca di strumentisti, capaci di dare un adeguato supporto e di garantire l’uso degli strumenti appropriati, dal piano di Joe Terry, al sorprendente mandolino di Dave Wilson, bravissimo anche al violino ed all’insostituibile steel di Tom Brumley.

Mentre quando l’atmosfera si scalda, la base ritmica di Bobby Lloyd Hicks alla batteria e di Lou Whitney al basso, musicisti di grande valore, sono un marchio di fabbrica in grado di cambiare passo al momento opportuno. La chitarra secca di Clinton Thompson vale infine per Dallas Wayne, tanto quanto quella di Pete Anderson per Dwight Yoakam, con il quale ci sono inconfondibili punti di contatto, soprattutto nei brani come la title track Big Thinkin’ o If That’s Country o ancora nella trascinante She’ll Go Down nei quali la band swinga il country proprio come hanno fatto Yoakam ed Anderson per diventare grandi.
E’ invece la voce profonda ed intensa di Wayne a diventare padrona della scena quando l’atmosfera si fa malinconica e la ballata lenta ci coinvolge in una partecipazione di grande intensità: The Only Way To Die acustica e triste e Raelene Wheeler, arricchita da uno splendido duetto solista tra chitarra e steel, sono due gioielli di grande caratura.
Grazie alla partnership con Robbie Fulks, Dallas Wayne è riuscito a dare personalità al suo script, sfruttando la vena caleidoscopica di Fulks che, se nella sua produzione gli permette, o forse lo costringe a tentare continuamente nuove esperienze, Wayne riesce a mantenere in un ambito coerente, in equilibrio tra rock e ballata sui quali il country mantiene comunque un sicuro controllo. Il disco ideale per una stagione piovosa, che fa diventare protagonista la malinconia, con momenti di grande personalità.

Hightone 3011 (Traditional Country, Country Rock, 2000)

Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 37, 2001

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