Già responsabile, con gli stessi musicisti di Aloha From Nashville, passato stranamente inosservato, del superbo sound di Keepers di Guy Clark, con cui ha scritto alcune canzoni, autore della stupenda Old Joe Clark per Sam Bush (ma vi consiglio di ascoltare la sua versione), Darrell si è presentato con un biglietto da visita da Nashville bello ed intrigante, che rendeva quasi impossibile non contraccambiare i suoi ‘saluti’. Un musicista che, alle qualità dei migliori strumentisti di Nashville, unisce lo spessore artistico poetico-musicale dei più ispirati ed impegnati songwriter texani.
In Family Tree, questo personaggio ‘Lovettiano’ suona ancora una volta tutti gli strumenti a corda: chitarre, pedal steel, mandolino, banjo, oltre a piano e percussioni, rivelandosi multistrumentista di gran classe. La sua musica ha solide radici nella tradizione ‘americana’, egli fa rivivere con stile il tipico southern feeling di country-folk songwriter non privo di accenti swing, jazzy, gospel, blues e honky-tonk. Per l’eleganza dell’incedere, il gusto dell’arrangiare, le inusuali e raffinate costruzioni strumentali (in prevalenza acustiche) e vocali, per lo stesso compassato stile di canto, per la timbrica dell’espressiva voce e, ultimo ma non meno importante, per la qualità dello scripting, ci siamo permessi di descriverlo come qualcosa di più di un epigono del grande Lyle (ascoltate il medley When There’s No One Around-Will The Circle Be Unbroken dove condensa tutta la quintessenza dell’americana sound).
E’ un altro sublime songwriter dalle inarrivabili architetture sonore, dalle originali soluzioni ritmiche e strumentali, in grado di inventare qualcosa in ogni brano.
Più personale ed introspettivo, quasi autobiografico in molte songs, del precedente Aloha…, Family Tree ha ancora di più da elargire sotto ogni profilo.
Sugar Hill SH 3894 (Singer Songwriter, Alternative Country, Bluegrass Progressivo, 1999)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 31, 1999