Daryl Mosley & Tim Graves - Remembering The Beacon Brothers cover album

Sfortunata e sconosciuta la storia dei fratelli Beacon, Rufus al dobro e Felix alla voce. Dopo essersi fatti musicalmente conoscere soprattutto in Texas, hanno la possibilità di incidere un disco. Ma siamo nel 1956, nascono il rock’n’roll e la stella di Elvis Presley, e la casa discografica rinuncia a pubblicare il loro lavoro. Delusi e arrabbiati, ritornano ad esibirsi ma senza entusiasmo fino al 1960 quando vengono chiamati per fare un tour con dei grandi nomi, occasione che purtroppo falliscono. E da quel momento più nessuna notizia.
La loro musica viene ora ricreata e riproposta da Daryl Mosley e Tim Graves (che tra l’altro è nipote del mitico Uncle Josh Graves), rispettivamente contrabbasso e dobro, entrambi membri della Osborne Brothers Band. Ed è proprio Sonny Osborne a produrre il disco, mentre a completare il suono li aiutano al mandolino Bobby Osborne (che vuole ancora essere della partita nonostante gli acciacchi dell’età), il sempre ottimo fiddler Glen Duncan ed il session-man Charlie Cushman alla chitarra.

Undici dei brani proposti coprono il repertorio (ed in parte anche il disco mai pubblicato) dei Beacon Bros. Piacciono particolarmente Tupelo County Jail e Why You Been Gone So Long nonché Satan’s Jeweled Crown, qui in una versione più valzerata, se si può dire, rispetto a quella dolce che ci ha fatto conoscere Emmylou Harris in Elite Hotel nel 1975. Entrambi con davvero due belle voci riescono a trasmettere atmosfere semplici, tranquille e morbide e ad essere pienamente fedeli alle sonorità un po’ honky tonk, un po’ swing, un po’ country, un po’ pre-bluegrass anni ’50.
Bizzarra la copertina, un fotomontaggio con Mosley & Graves sovrapposti ad una vecchia immagine dei Beacon Bros. Ma in ogni modo questa non è un’operazione commerciale, ma un sincero ed appassionato tributo ai due sfortunati fratelli, l’opportunità che non hanno mai avuto.

Pinecastle 1137 (Country Acustico, Bluegrass Tradizionale, 2004)

Claudio Pella, fonte TLJ, 2005

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