Dave Kelly - Willing cover album

Willing, il secondo album italiano di Dave Kelly ci riserba delle piacevoli novità: infatti riscontriamo una sostanziale differenza tra quel Survivors che aveva fatto esordire, lo scorso anno, il chitarrista inglese in compagnia del pianista Bob Hall. Survivors (sopravvissuti) era un album di blues, nel puro senso del termine, con due grandi del blues revival inglese che si ritrovavano dopo anni, e il risultato, pur se di indubbio valore, ci dava un album perfetto ma freddo. Infatti il discorso dei due musicisti mancava di quel calore che invece avrebbe caratterizzato il secondo album della Appaloosa: cioè Takin’ Time di Gordon Smith, un egregio esempio di blues, country e cajun.

Dave Kelly è un musicista duttile, di indubbia preparazione e cultura, che per anni ha maturato il suo stile, introducendovi vari elementi musicali: il suo amore per il blues si accoppia con la sua passione per la musica americana. Infatti Kelly ama molto gli honky-tonkers come Guy Clark, Ely e J.J. Walker e nutre una profonda ammirazione per il sound californiano. Il risultato di questo suo amore perpetuo per il blues e della sua voglia di musica americana trova il giusto sfogo in questo suo secondo album italiano, inciso, come il primo, per la neonata e coraggiosa etichetta Appaloosa.
Il titolo Willing già ci porta in terra d’America, con il suo voluto omaggio al grande Lowell George, ma pure il disco ha un sapore più gustoso, con la sua eterogenea scelta di canzoni. La maturazione della voce di Kelly e gli arrangiamenti più caldi e vissuti, e, in particolare, la partecipazione di Paul Jones (ex Manfred Mann) all’armonica danno una veste lussuosa al disco. La semplicità della musica è infatti intelligentemente distribuita in un contesto sonoro molto personale, così che l’album ne acquista in tutti i sensi. Come già detto precedentemente importantissimo è l’apporto dell’armonicista Paul Jones, che aiuta il disco ad uscire da un anonimo sound acustico, dandogli una struttura sonora più completa; inoltre le varie sovrapposizioni vocali e strumentali di Kelly aiutano il tessuto del disco.

Un discorso a parte merita poi la scelta delle canzoni: dalla immortale Willing di Lowell George, eseguita con un’impeccabile performance, a Tonight I’ll Be Staying Here With You di Dylan, in cui l’uso della doppia voce ci sembra indicato, da Sunny Afternoon dei Kinks, al gradito revival di Peggy Sue Got Married di Buddy Holly, da San Francisco Bay Blues di Jesse Fuller a Mean Old Frisco di Big Boy Crudup, per concludere con la perfetta esecuzione di Me And The Devil di R. Jonhson e di Steel Guitar Rag, un brillante brano strumentale dei Texas Playboys di Bob Wills, composto naturalmente da Leon Mc Auliffe. La scelta delle canzoni è quindi logica e ben distribuita: da una prima facciata volutamente blues, abbiamo un secondo lato tutto americano, cosicché l’ascoltatore viene gradualmente portato ad un ascolto variato.

Appaloosa 003 (Country Blues, 1979)

Paolo Carù, fonte Mucchio Selvaggio n. 28, 1980

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