Se qualcuno non conosce i Dillards deve essere uno che vive come un anacoreta in cima ad una montagna. Rodney Dillard è una delle più belle voci del bluegrass ed un autore di razza, suo fratello Doug è uno dei massimi stilisti del banjo, ex socio fifty-fifty della premiata ditta Dillard & Clark, breve incursione in un raffinato country rock. I due fratellini si sono poi abbinati a quel bel tipo di John Hartford per dare vita ad uno sperimentale trio nashville-oriented con venature surreali dall’originale nome di Dillard-Hartford-Dillard. I Dillards sono in circolazione dai primi anni sessanta e, rispetto alla formazione originale, c’è solo Steve Cooley al posto di Doug, Mitch Jane e Dean Webb sono sempre lì, con i loro strumenti e le loro voci, a garantire il suono ‘Dillard’. Suono che da rigorosamente bluegrass si è evoluto e dilatato ma ha mantenuto salde le sue radici nella tradizione. La Vanguard, ripubblica questo stupendo CD dal sound moderno e variato.
Tutti i brani hanno personalità. Mi piace segnalare una stupenda versione della beatlesiana In My Life, (ma i Dillards, quando c’era Herb Pedersen in squadra, avevano già offerto un’eccellente esecuzione di Yesterday… a cappella!). Da notare anche Against The Grain e Hearts Overflowing non sfigura certo rispetto agli arrangiamenti già proposti dai Seldom Scene e dagli Skyline di Tony Trischka. Abbastanza avvincente lo strumentale Wide Wide Dixie Higway, vetrina per ogni solista della band ma il brano che metterei in cima a tutti è quello che dá il titolo al disco e che dice: “America ti amo e sono contento che tu sia saltata sul treno ma hai lasciato un sacco di homeless ad aspettare nella pioggia. Portali con te nella corsa”. E’ grave se un testo bluegrass è anche intelligente e non parla solo di capanne di tronchi sulla collina?
Vanguard VCD 79464 (Bluegrass Progressivo, 1997)
Maurizio Angelo, fonte Out Of Time n. 21, 1997
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