Questo nuovo album della Dirt Band non meriterebbe certamente una recensione, non fosse altro che vogliamo puntualizzare la situazione attuale del country rock californiano. Il disco, come il precedente Dirt Band, è soprattutto anonimo e monocorde: musicalmente piacevole e ben eseguito, non mostra però delle sostanziali idee innovative, lasciando ampio spazio a risapute risoluzioni sonore. La Nitty Gritty Dirt Band era ben altra cosa, con invenzioni ed idee sapeva ricostruire e modellare un country rock personale e geniale, mentre l’attuale Dirt Band riesce soltanto a fornirci del collaudato e statico country rock.
Il gruppo rispecchia comunque la situazione generale di questo stile guida, dei primi anni settanta, tipicamente americano: gruppi come i Poco (e Legend è appena sufficiente), i New Riders (da anni senza contratto), o solisti di nome come la Ronstadt, Richie Furay, Dan Fogelberg stanno da tempo mostrando la corda. Il country rock è in netta crisi, e la Dirt Band è lo specchio più palese di questa crisi e An American Dream è un collage di ballate, più o meno riuscite, in cui la mancanza di idee dei musicisti è alla base di tutto il lavoro. Qua e là abbiamo qualche sprazzo, come il bel brano di Rodney Crowell An American Dream, in cui Jeff Hanna duetta con la Ronstadt, o Wolwerton Mountain.
Ci spiace molto giudicare su questi termini un gruppo che anni fa avevamo amato, ma il tempo passa per tutti inesorabilmente. Se volete dei buoni dischi di questo genere potete accostarvi ai vari texani: da Guy Clark, a Lee Clayton, a J.J. Walker, a Rodney Crowell, e sempre in un ambito di musica californiana al recente album di J.D. Souther (If You’re Lonely), certamente un disco di ottima fattura e di una buona spanna al di sopra della media generale. An American Dream è un disco inutile.
United Artist (Country Rock, 1979)
Paolo Carù, fonte Mucchio Selvaggio n. 24, 1979
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