L’idea di realizzare Home Sweet Home, disco postumo di Merle Watson, é stata di Michael T. Coleman, a lungo bassista con Doc and Merle. Mentre l’anno scorso era impegnato ad ascoltare vecchi nastri a casa di Doc, scoprì questo ‘Merle, banjo, 5 months’. Si trattava di incisioni effettuate da Doc e Merle nel 1967.
Merle nel mese di luglio di quell’anno aveva espresso il desiderio di ricevere un banjo per Natale, ma Doc e Rosa Lee decisero di anticipare il regalo. Le registrazioni furono effettuate nel mese di dicembre, quindi con cinque mesi di ‘practising’ alle spalle.
L’idea di Coleman é stata quella di sovraincidere il basso mentre Doc ha deciso di scomodare alcuni amici, gente come Sam Bush al fiddle (“perché il suo stile mi ricorda quello di mio zio Gaither Carlton”, sostiene Doc), Marty Stuart al mandolino e Alan O’Bryant alle armonie vocali. Valutare un disco di questo tipo non é semplice: il rischio é di farsi condizionare da elementi non strettamente musicali. Intanto c’è da rilevare come il risultato di questo insolito ‘innesto’ sìa impeccabile. il prodotto finale é un buon disco di un bluegrass, con ottimi strumentisti ed un banjoista che in alcune tracks denuncia alcuni problemi, mentre in altre sembra assolutamente a suo agio.
Il repertorio é parzialmente scontato: sembra che Merle stia eseguendo i primi brani di un qualsiasi manuale di banjo bluegrass (Old Joe Clark, Little Maggie, Reuben’s Train, Home Sweet Home). Più a suo agio nei brani suonati a velocità più sostenuta (come Listening To The Rain o The Train That Carried My Girl From Town) Merle mostra le cose migliori in brani più ‘insoliti’, come la sua composizione Russian Rag o la versione, molto bluesy, di John Henry. Comunque anche dove Merle denuncia il suo essere un neofita dello strumento la presenza degli altri musicisti rende il prodotto finale assolutamente godibile.
Sugar Hill SHCD-3889 (Bluegrass Tradizionale, Old Time Music, 1998)
Mariano De Simone, fonte Country Store n. 46, 1999
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