Coloro fra di voi che osassero ancora nutrire perplessità su una delle più grandi personalità della musica country (e non solo) possono finalmente gioire, e con fiducia lasciar fuggire dal portafoglio le 25.000 (o quel che serve) per l’acquisto di un ottimo album acustico (e sottolineo acustico) firmato dalla sempre giovane Dolly.
Frase troppo lunga per consigliarvi un CD di ben 23 pezzi (compresi gli accenni di meno di un minuto) tutti registrati live a Dollywood il 23-24 aprile ‘94.
I pezzi, come dice Martino, sono sì ‘i soliti’, cioè i classici più classici di Dolly Parton, da My Blue Tears a Coat Of Many Colors, Smoky Mountain Memories, To Daddy, My Tennesssee Mountain Home etc., più tradizionali firmati Carter Family o P.D. Anon., più alcuni classici gospel, ma per me anche in questo sta un punto di interesse, oltre che nel fatto che questi ‘soliti pezzi’ siano suonati da nomi che in passato non sono mai stati associati a quello di Dolly, e sono stati invece presi dal mondo bluegrass: Alison Krauss, Suzanne Cox, Darrin e Rhonda Vincent, Carl Jackson, Randy Scruggs, Roy Huskey, Jimmy Mattingly, Adam Steffey, Ron Block, Ronnie e Rob McCoury, Jerry Douglas, Viktor Krauss, con altri Nashville Cats dei più noti, quali Harry Stinson, David Lindley, Pig Robbins, Bruce Watkins, Steve Buckingham (anche produttore del CD), e altri. Ospite il gruppo tradizionale irlandese (oddio, credo!…) Altan, per una memorabile Barbara Allen.
La produzione di Buckingham è cristallina come il suono, anche se i nomi citati molto di rado riescono ad emergere col loro personale suono, un pò sepolti nel contesto di una band così numerosa e in un suono da mixaggio più country che bluegrass (know what I mean?). Se la copertina (con l’usuale profilo di tette) può risultare scoraggiante, non lasciatevi tuttavia abbattere: Dolly Parton è molto di più (e meglio) che silicone e parrucche, essendo tuttora, e forse con maggiore maturità, dotata di una voce incredibile, personalissima, chiara, duttile, potente ed espressiva, perfettamente a proprio agio in un suono che per molti anni le è stato (purtroppo) estraneo ma che qui si rivela perfettamente aderente alle sue radici.
Se siete fra quelli convinti che bluegrass e country siano in fondo la stessa musica in fasi e forme diverse, questo CD è per voi.
Columbia CK 66123 (Traditional Country, Country Acustico, 1994)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 30, 1995