Don Rigsby - A Vision cover album

Beato chi ci crede, se lo godrà meglio. Chi, come me, pensa invece che il tutto nasca, si consumi e muoia in questo pezzo di terra desolata, e troppo spesso desolante, il gospel se lo gode solo per le sue deliziose armonie vocali, per la sua carica emotiva, per la grande partecipazione che quasi sempre i cantanti riescono a trasmettere, fino a fare sentire i brividi lungo la schiena a chi ascolta.
Gospel e spiritual, bianco o nero che sia, hanno questo potere, e nessuno è in grado, specie se si tratta della partecipazione ad un concerto, di rimanerne a preventiva distanza di sicurezza: il coinvolgimento è sempre garantito. O quasi.
Don Rigsby, dal punto di vista discografico, è il mandolinista della potente Lonesome River Band da One Step Forward (SH-CD 3848), e questo CD ci giunge a poca distanza dal debutto del suo collega Kenny Smith, anch’egli nuovo acquisto del quartetto bluegrass. E’ un disco gospel, come si è detto, con tutti i pregi e pure difetti di un prodotto del genere.
A scanso di equivoci va detto che non è presente alcun brano a cappella, che i pezzi con particolari armonizzazioni vocali che si discostano dal classico trio bluegrass, quelli che caratterizzano il genere gospel per intenderci, sono solo un paio, quelli up-tempo tre, il resto, ovvero sette brani su tredici, a tempo lento, spesso 3/4.
Infine, se vi aggrada, un’esibizione canora di ben 4 minuti di sola voce, una voce della Madonna (non la rock star) ma sempre di sola voce si tratta. E per chiudere, un coro diretto dal secolare Ralph Stanley, che sembra giungere da una bianca chiesetta abbracciata dagli Appalachi. Certo non è come ascoltare un disco di Almeda Riddle. eppure vi invito a riflettere qualche minuto se fare il passo o meno di acquistarlo.
E che Dio mi perdoni per quello che sto dicendo.

Sugar Hill 3873 (Bluegrass Gospel, 1998)

Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 41, 1998

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