Doug Sahm - The Return Of Wayne Douglas cover album

Considero Doug Sahm uno dei più grandi musicisti, nel senso più completo del termine, e ‘antipersonaggio’ che il rock abbia mai avuto, sicuramente il meno ‘cantato’, almeno in proporzione ai meriti, eroi della musica texana. Premesso questo, affrontiamo la sua ultima fatica: The Return Of Wayne Douglas (che è il suo ‘country nick-name’). Si tratta del suo primo progetto in chiave interamente country, uno dei tanti amori musicali di questo poliedrico personaggio che, nella sua lunga carriera, ha interpretato di tutto.
Se il suo grande amore poteva essere considerato il blues del Texas, cosa dire del rock & roll, del r&b, del tex-mex, e delle svariate commistioni di questi generi che hanno caratterizzato i vari periodi della sua carriera. Anche il country, al pari del periodo folk-rock dei 70’s, che oggi potremmo definire antesignano delle sonorità roots, ne era parte integrante e vitale, ma Dough non aveva mai registrato un disco di pura country-music.
Questo progetto, autoprodotto per la sua Tornado Records, pone uno degli ultimi e brillanti tasselli in un mosaico musicale che difficilmente altri personaggi saranno in grado di comporre, anche in 40 anni di carriera.
In un’opera di scintillante bellezza, fresca, dalle sonorità immortali, riascoltiamo la familiare voce interpretare vecchi e nuovi suoi brani pervasi da un’inarrivabile country-feeling, quasi si esprimesse da ‘specialista’ del genere.
Ben coadiuvato da una formazione che comprende Tommy Detamore, steel guitar, Bobby Flores, violino, (che costituiscono la struttura portante del suo country-sound), David Carroll e Dan Dreeben, sezione ritmica, e da ospiti-amici come Ronnie Huckaby e Augie Meyers, tastiere, Bill Kirchen e Clay Blaker, chitarre, Dough celebra un ritorno con un definitivo addio. R. I.P..

Evangeline 4008 (Alternative Country, 2000)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 37, 2001

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