Dub Miller - Post Country cover album

Dub Miller è uno dei più interessanti nomi che fanno parte della grande rinascita della musica texana di questi anni. Rinascita che è ruotata attorno alla figura di Lloyd Maines, vero e proprio guru e ispiratore di personaggi come Pat Green, Cory Morrow, Luke Olson, Owen Temple, Kevin Deal  e moltissimi altri.
Dub Miller si affida ancora una volta alla produzione di Lloyd Maines (e del suo entourage, Adam Odor co-produttore e Fred Remmert ingegnere del suono) in questo suo terzo disco, Post Country.
Se il precedente American Troubadour era stato uno dei più freschi e vitali dischi country ascoltati da molto tempo, Post Country conferma in toto le speranze degli appassionati, con sonorità di grande spessore tra country, honky-tonk e rock.
Accompagnato dalla fida Highway 6 Band con l’aggiunta di una manciata di grandi session men di Austin come Rich Brotherton al mandolino e alle chitarre, Paul Pearcy alla batteria e l’immancabile Lloyd Maines alla pedal steel, dobro e chitarra acustica, Dub Miller si dimostra ispirato songwriter (otto su undici sono uscite dalla sua penna) e notevole cantante, nella più classica tradizione texana.
Dalla trascinante Insanity & Texas che introduce l’album alla swingante That’s When I’m Coming Home fino alla pregevole Honky Tonks And Dancehalls, il disco scorre via in maniera sempre eccellente, con una particolare attenzione negli arrangiamenti, curatissimi sia nei momenti più rilassati ed intimisti (su tutti la splendida The Little Cowboy’s Prayer) sia in quelli più travolgenti (I’d Do Anything mi ricorda certe cose di John Mellencamp).
Post Country, come d’altronde il precedente American Troubadour è un album di grande intensità che risulta appetibile sia a coloro che amano i suoni più legati alla tradizione sia a quelliche sono attratti da certo alternative country (alternativo alle produzioni nashvilliane). Imprescindibile per coloro che apprezzano gli artisti texani!

Pontotoc PR 3771 (Singer Songwriter, 2002)

Remo Ricaldone, fonte Country Store n. 70, 2003

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