Daniel Lee Martin - All That I Am cover album

Molto spesso qualche etichette indipendente tiene a battesimo le nuove leve che provano ad intraprendere una carriera musicale a Music City. Raramente capita di trovare un giovane che per qualità interpretative, repertorio ed efficaciasi stacca dal gruppo e risulta fin dal primo ascolto diverso rispetto a tutti gli altri.
Nel caso di Daniel Lee Martin questa differenza si apprezza in modo evidente, fin dalle prime note di questo suo album d’esordio registrato tra il novembre del 2002 ed il febbraio dell’anno seguente e finalmente pubblicato nell’agosto 2003 per la Chin Music Records.
Nativo della Florida, è a Nashville dal 1997 ed ha alle spalle una attività live di tutto rispetto che lo ha portato ad aprire concerti per numerose star della musica country, Sawyer Brown, Lee Roy Parnell, Bryan White e Tanya Tucker per citarne alcuni. Tutto questo gli ha dato quella sicurezza e convinzione nei propri mezzi che si percepisce da questa raccolta di tredici canzoni prodeotte da Jan Stolpe.

Daniel scrive cinque pezzi per questo album che conosce pochi momenti deboli, rivelandosi vincente anche nella scelta delle canzoni, a cominciare dall’apertura di dobro di Come Back To The Way It Was un pezzo alla Montgomery Gentry che Daniel fa suo dando anima e voce a questo quasi spiritual. Homespun Love è un pezzo dal sapore gustosamente rock, invita a ballarci sopra, preso dal repertorio dei The Ranch rivela la passione di Martin per il lavoro di autore di Keith Urban, primo singolo dell’album ne porta con se tutta l’atmosfera.
I Can’t Let Go è uno dei due pezzi scritto interamente da Daniel Lee ed è anche il primo lento d’amore del disco, rivelando un cantato a suo perfetto agio con le ballate cariche emotivamente.
Una bell’intro di mandolino ci porta alla title track, scritta da Andrea Stolpe (moglie del produttore Jan) scelta poco prima di chiudere le registrazioni dell’album.
Dicevamo della ricorrenza di pezzi scritti da Urban, ne troviamo ancora tre: Freedom Child di cui lo stesso Martin incise in versione dimostrativa nel marzo del 2001, trascinanti i break di chitarra elettrica e batteria, Tangled Up In Love un mid tempo da’atmosfera, melodicamente e strumentalmente perfetto, Sometimes Angels Can’t Fly un vero e proprio gioiello carico di spunti su cui riflettere, qui il cantato di Martin assomiglia maledettamente a certe tonalità di Garth Brooks.

Decisamente rock Lucy Kept Hangin’ On, scritta con l’amico Thom Case nel 1999, mentre The Closest Thing conferma la vena creativa di Andrea Thorpe oltre ad essere una delle canzoni preferite dall’artista e dai suoi fans, country moderno e ben ritmato.
La voce di Martin si trova a suo agio anche con i suoni retrò di Purely Speculation, country deliziosamente swingato. Chiude il tutto la seconda canzone firmata interamente dal cantante, A Guitar With No Strings è un commosso ricordo del padre scomparso nel 1997, il primo grande sostenitore di Daniel che racconta di aver scritto il pezzo con in mente i suggerimenti di Vince Gill durante un tour insieme. Gill aveva da poco inciso The Key To Life per suo padre e seppe dare importanti consigli al giovane collega.
Un disco importante, che riflette la personalità dell’artista e ce lo propone in tutta la sua bravura, un bell’inizio per una carriera che speriamo possa essere lunga e ricca di soddisfazioni. Una bella scoperta!

Chin Music 03041465 (New Country, 2003)

Roberto Galbiati, fonte Country Store n. 70, 2003

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