La musica americana di matrice tradizionale ad un certo punto della propria storia ha incontrato quel mito che risponde al nome di Bill Monroe. Dalla sua inventiva è nato il primo cambiamento che ha trasformato la tradizione in bluegrass. Poi, nel corso degli anni, è toccato ad un grande musicista quale David Grisman (sempre un mandolinista!) dare un’ulteriore svolta ed una nuova direzione che verrà identificata come new acoustic music.
Ma il mondo dei mandolinisti non ha fermato il proprio cammino e qualcuno di questa grande schiera di studenti ed estimatori dei suddetti maestri si è avvicinato al jazz ed allo swing. Cito tra tutti Don Stiernberg che è, a mio avviso, al momento il maggior esponente del genere. Noi da questa parte del globo abbiamo sempre seguito quel che accadeva oltre oceano per farne inizialmente motivo di studio e poi un punto di partenza per sviluppare e dare un carattere europeizzato alle note dei nostri strumenti.
Arrivo quindi a parlare del duo in questione che vede dalla Danimarca il mandolinista Jesper Rűbner-Petersen e dalla Germania il chitarrista Oliver Waitze. Il primo seguace del mondo mandolinistico new acoustic e jazz americano mentre il secondo dello gipsy swing europeo di Django Reinhardt. I due, coadiuvati dal contrabbasso di Max Schaaf, propongono quattordici tracce che vanno dal tradizionale al jazz allo swing al choro brasiliano più alcune composizioni originali. Un album molto interessante proprio per il connubio tra le sonorità di influenza americana del mandolino con quelle europee della chitarra. Anche la scelta dei brani risulta azzeccata che per un lavoro tutto strumentale non è mai cosa semplice.
Non un CD di bluegrass quindi ma di jazz-swing, consigliatissimo anche se un tantino più indicato agli addetti ai lavori, magari in possesso di chitarra o mandolino.
Acoustic Music 319.1398.2 (New Acoustic Music, 2008)
Stefano Santangelo, fonte TLJ, 2009
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