East Texas Serenaders - 1927-1936 cover album

Se in old-time music esistono degli artisti che vanno rivalutati ed alla cui musica si deve rendere piena giustizia, questi sono senza ombra di dubbio gli East Texas Serenaders. L’uscita alla fine del 1978 di un album totalmente a loro dedicato, oltre a colmare una notevole lacuna, offre finalmente l’occasione di ricordarli e, potete ben credermi, ne vale la pena. Originario di Lindale, un piccolo centro agricolo presso Tyler nel Texas orientale, il gruppo era guidato dal violinista mancino Daniel Haggins Williams ed incise in cinque diverse sedute ventiquattro brani tra gli anni 1927-36 (uno dei pochi ripescati dopo la Depressione quindi) per le etichette Columbia, Brunswick e Decca.
I Serenaders sono interessanti per tre motivi: come tipico esempio di string band locale, per l’uso non comune in otm del violoncello (sia pizzicato che ad arco) e del banjo tenore e, soprattutto, per il fatto di aver rappresentato uno dei modelli principali a cui si sono ispirati i creatori del western swing. Insieme ai Red Headed Fiddlers di Fort Worth e alla Smith’s Garagae Fiddle Band, probabilmente di Dallas, gli ETS formano la ristretta cerchia di musicisti il cui repertorio attinse direttamente alla tradizione bianca ed in buona parte a quella di colore, a differenza di molti altri che invece preferirono una musica ibrida, sposando cioè le proprie matrici alle melodie messicane (border music, tex-mex).

Un sapiente amalgama di motivi per violino, per square dance ed altri passi di danza di origine europea (valzer, polka) da un lato, stomps, two-steps e rags dall’altro ed il quasi totale rifiuto delle parti vocali, costituiscono dunque la caratteristica di una genuina string band texana degli anni ’20 e ’30. Henry Bogan al violoncello a tre corde, ricordo delle lezioni di musica classica durante l’adolescenza ed uno strumento più facilmente trasportabile rispetto all’ingombrante contrabbasso, e John Hunnerlyn al banjo tenore, legano in maniera perfetta i due diversi tipi di folklore, offrono al solismo del fiddle una delle più solide basi ritmiche di tutta la storia dell’otm.
Cloet Hamman infine è un eccellente esempio di come veniva usata la chitarra nell’ambito di un gruppo texano: non solo cioè con un accompagnamento dello strumento principale intessendo una trama sulle note basse (c/o il georgiano Riley Puckett), ma più spesso servendosi di una varietà di accordi che puntualizzano la melodia (c/o i chitarristi jazz). D. H. Williams segue una tradizione che ha visto (Eck Robertson, Lefty Franklyn, Oscar Harper) e vede tuttora (Bartow Riley, Benny Thommason, Vernon Solomon) il Texas ai primi posti per i suoi violinisti d’eccezione, che hanno saputo creare uno stile ben preciso, il texas-style fiddling, composto da esecuzioni tecnicamente ineccepibili, una velocità inverosimile e considerevoli variazioni tra un interprete e l’altro.

Linda C. Burman nel suo ottimo lavoro Southern American Folk Fiddle Styles si serve di due comunissime fiddle-tunes, Bonaparte’s Retreat e Soldier’s Joy, per tracciare una mappa di tutte le differenze regionali dall’area dei Blue Ridge, agli Ozarks, agli Appalachi, alle zone sud-occidentali. Una cosa importante che purtroppo è sfuggita (o volutamente esclusa per partito preso) alla saggista, è l’influenza che il primitivo jazz, lo swing di St. Louis e New Orleans ha esercitato sui musicisti (e particolarmente violinisti) texani; diversamente avrebbe condotto l’indagine se avesse avuto la possibilità, remota quattro anni fa, (o l’intenzione) di studiare la tecnica di Williams. alla quale si sono rifatti tra gli altri Bob Wills, John Lee Wills, Cliff Bruner, Cecil Brower e comunque tutto il movimento western swing.
Buona parte dei brani degli East Texas Serenaders riediti in questa raccolta (quattordici) sono elaborazioni del leader e nell’ultima seduta del ’36, dei fratelli aggiunti Shorty e Henry Lester, di diversi strumentali tradizionali sotto un unico titolo e, per le ragioni suddette, spesso difficilmente riconoscibili. Così Three In One Two-Step contiene la famosa Dill Pickle Rag di Charles L. Johnson, Combination Rag include Stone’s Rag (o Lone Star Rag) ed allo stesso modo Ozark Rag, East Texas Drag e Mineola Rag sono costruite ricamando con un filo sottilissimo più di una mezza dozzina di fiddle-tunes texani e del Tennessee (Sally Goodin, Ragtime Annie, Old Joe Clark), luogo d’origine della famiglia Williams.

Non mancano composizioni originali su motivi di danza quali Acorn Stomp, Arizona Stomp, Shannon Waltz per finire con la letteralmente incredibile Babe la quale, condotta da un fiddle che non ha nulla da invidiare ai blasonati colleghi da conservatorio, su una base strumentale certamente ispirata, è probabile (io scommetto) abbia fatto disperare Bob Wills per tutta la vita. Il disco, anche perché destinato a non rimanere per lungo tempo sul mercato e per l’eccellente trasposizione del vecchio materiale su LP, è assolutamente raccomandato.

County 410 (Old Time Music, 1978)

Pierangelo Valenti, fonte Mucchio Selvaggio n. 18, 1979

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