Eck Robertson - Master Fiddler cover album

Ogni due o tre anni, con monotona scadenza, qualcuno si ricorda improvvisamente che ‘Eck’ Robertson e Henry G.Gilliland incisero il primo disco di otm, che tutto il mercato discografico legato in qualche modo alla musica tradizsionale e popolare bianca nordamericana prese il via la mattina del 30 giugno 1922 quando i due violinisti texani entrarono baldanzosi negli studi della Victor a New York ed immortalarono la famosa Arkansas Traveler.
I quotidiani newyorkesi del tempo fecero a gara nel descrivere il pittoresco abbigliamento della coppia: l’uno vestito con un completo da cowboy, l’altro con un’impeccabile uniforme confederata.
Nessuno, e tanto meno i bollettini della Victor, spese una parola sul fatto che i tecnici del suono si affrettarono ad aggiungere sulla matrice di cera il termine ‘test’ (prova): un modo elegante escogitato dalla compagnia per non pagare alcun diritto d’autore ai musicisti.
Normale amministrazione
L’anno scorso la febbre dei primati e degli anniversari ha contagiato anche i nostri lidi ed il fiddle di Eck Robertson, grazie all’operazione ‘Country Music’ lanciata dalla RCA italiana, ha fatto il giro della Penisola via etere.
Di questo pioniere dell’industria del vinile si è ricordata anche la californiana Sonyatone Records di Santa Barbara che, per il sessantesimo compleanno di Arkansas Traveler, ha rispolverato l’album Master Fiddler, uscito nel 1976, contenente tutte le incisioni realizzate da Eck tra il 1922 ed il 1929 (a parte 5 brani rimasti ‘unissued’ giá all’epoca).

“Rispolverato’ è la parola giusta. Il LP ha subito infatti un nuovo piú adeguato missaggio, le matrici originali risultano adesso pressochè prive di rumori di fondo, il suono ha guadagnato in presenza, dimensione, nitidezza e corpositá.
Bene, dimentichiamo il pioniere e consideriamo una volta tanto il violinista.
Fin dalle prime note di Sallie Gooden e di Ragtime Annie (i primi due brani incisi da solista) ci si accorge di avere a che fare con un campione dello strumento e con un maestro del cosidetto ‘Texas-style’.
Robertson possiede un tono personalissimo e sviluppa un volume incredibile, che spesso fa saltare l’ago dell’apparecchio per la rudimentale registrazione acustica, aggredisce letteralmente la melodia di base creando una serie interminabile di variazioni ed abbellimenti ad ogni battuta, ad ogni passaggio, inserendo note nei punti piú impensabili.
Il suo ‘long-bow’, lo stile che sfrutta un archetto della lunghezza superiore allo standard, è incessante, martellante, travolgebte (Brilliancy Medley, Texas Wagoner), e l’uso di accordature aperte (con il conseguente effetto di risonanza tra le corde basse) e di progressioni d’accordi inusuali conferisce ad alcuni brani un alone magico (The Island Unkniwn, Amarillo Waltz).
Considerando lo stile e la tecnica di Robertson non è possibile non rilevare la pulizia delle note e la chiarezza del fraseggio: due caratteristiche che sono diventate proverbiali tra i fiddlers e che da 60 anni almeno sono guardate come tappe ideali sulla via della perfezione.
Il disco contiene anche diversi motivi incisi nel 1929 – addirittura pochi giorni prima del terremoto alla Borsa di Wall Street – con varie formazioni, inclusi un pianoforte (con tutta probabilitá un session-man imposto dalla Victor) e la popolare Robertson Family, una string band composta da due violini, due chitarre ed un banjo. Dulcis in fundo una rara registrazione raqdiofonica risalente al 1965.
Gli appassionati del violino tradizionale troveranno qui di che divertirsi, imparare e meditare; persino i fans della musica di Bob Wills e Milton Brown si dovranno convincere che l’intero movimento western-swing affonda in Eck Robertson una parte delle sue radici.

Sonyatone STR-201 (Old Time Music, 1976)

Pierangelo Valenti, fonte Hi, Folks! n. 3, 1983

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