Nato nel 1967, Eddy Ray Cooper vive fra il nord della Francia ed il Sud dell’Italia, più propriamente la cittadina di Mesagne (BR). Nel 1996 esce il suo primo CD Tender To Rock, seguito a distanza notevole da questo Solitaire, undici canzoni scritte da Eddy Ray parte in francese e parte in inglese che ci consegnano un personaggio quanto meno atipico.
Versione francese del nostrano George McAnthony, o del compianto cecoslovacco Posledni Covboy, Eddy Ray non se la cava assolutamente male. Prendiamo in considerazione dapprima il materiale francofono: La Lettre è una ballata ariosa, ben arrangiata e ben suonata, anche per merito degli strumentisti – tutti francesi – che aiutano Eddy Ray, il quale suona la chitarra acustica ed il dobro.
Quatre Sainsons mostra chiaramente le influenze di un country un po’ troppo edulcorato ed anacronistico, ma non per questo disprezzabile.
La Foi riprende le sonorità pianistiche che ben si adattano alla morbida voce romantica del nostro, che cambia completamente stile con Monalisa, fortemente influenzata dallo stile vocale di Elvis, del quale Eddy Ray riprende le tonalità più basse, con contrappunto di pedal steel e piano.
Nashville si rivela un brano velocissimo che avrebbe fatto la gioia di chitarristi quali Albert Lee e James Burton.
Rock’n Country Boogie Man potrebbe essere il biglietto da visita per Eddy Ray, con tanto di dichiarata nazionalità francese, I Bless That Cold Beer richiama il riff di That’s Your Red Wagon in chiave pianistica e riprende i toni vocali a-la Elvis, con risultati comunque estremamente gradevoli.
Honky-Tonk Heart fa grande uso della baritone guitar e ricalca gli stilemi predetti.
I’m All Right, I’m A Dreamer e la conclusiva Mister Solitaire non aggiungono grandi cose al bagaglio artistico di Eddy Ray Cooper, un francese che soffre di evidente ‘americanite’, con implicazioni patologiche e poche probabilità di trovare una terapia di successo. C’è di meglio in giro.
(Traditional Country, 2003)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 71, 2004