Dietro al non felicissimo nome Esquela c’è invece un solido quintetto proveniente dallo Stato di New York al terzo album, un combo dalla buona fama locale formato nel 2010 dall’attuale front man John ‘Chico’ Finn, bassista ed autore della quasi totalità del materiale proposto.
Cresciuto con la passione per la country music di Buck Owens e di Merle Haggard, ‘Chico’ ha poi abbracciato i suoni di certo ‘classic rock’, dai Rolling Stones a Bruce Springsteen, dai Ramones ai Creedence Clearwater Revival, con l’intatta fascinazione per gli anni cinquanta e sessanta, le cui tracce si possono trovare chiaramente tra i ‘solchi’ di questo Canis Majoris.
Significativa in questo senso l’apertura di It Didn’t Take, dallo spirito tipicamente ‘fifties’ e con la voce interessante di Rebecca Frame che con il chitarrista (solista) Brian Shafer, il batterista Todd Russell e l’altro chitarrista e mandolinista Matt Woodin completa una formazione molto ben amalgamata. A contribuire a dare un suono alla band e a curare i particolari c’è la produzione esperta di Eric ‘Roscoe’ Ambel, oltretutto splendido chitarrista che presta i propri ‘servigi’ durante le session.
L’alternative country e il roots rock degli Esquela non è certo rivoluzionario ne particolarmente originale, giusto un godibile mix di tradizione, come la ruvida country song Sorry con la notevole pedal steel di Mark Spencer o lo spiritato bluegrass di Animals. Da sottolineare tra i momenti più validi Pine Tar, cadenzata ballata elettrica dalla tematica sportiva, il fascino irlandese di Need Not Apply con il banjo e il tin whistle di Tom White, le cadenze ‘swampy’ di Gold Digger, probabile influenza di ‘Roscoe’ Ambel e la solida Blue Canoe a chiudere un piacevolissimo album.
Autoprodotto (Country Rock, Roots Rock, 2016)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2016
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