Blues articoli 1

Carissimi lettori, in questo numero voglio rispondere ai tanti amici che mi chiedono di raccontare e di parlare di chitarristi, e se ci sono aneddoti particolari legati alla mia personale esperienza di bluesman… Beh, credetemi, una pagina di Jam non basta proprio per i miei piccoli grandi ricordi.
Innanzitutto dividiamo i miti che ho incontrato, ma con i quali, ahimè, non ho mai suonato — per capirci: Hendrix, B.B. King, Clapton, Peter Green, Santana e tanti altri — da quelli che ho potuto apprezzare da vicino, avendo duettato con loro almeno una volta.

Un grande incontro, dal quale nacque un’intensa amicizia, fu  quello con il compianto Mike Bloomfield, già chitarrista della Paul Butterfield Blues Band, nonché uno dei più attenti e preparati studiosi del blues di tutti i tempi; con lui ho registrato un introvabile LP live nel lontano 1980 e nella mia videoteca nascosta del Michigan conservo preziosamente un filmato nel quale suoniamo in duo, Mike al pianoforte e io all’armonica stonata. Che grande emozione ogni volta che prendo in mano le care e vecchie foto dell’amico Guido Harari scattate per testimoniare la storica registrazione al Palalido di Torino nei settembre 1980…

E poi c’è Bob Margolin che accompagnò il leggendario Muddy Waters per molto tempo e che ho incontrato diversi anni fa durante un suo tour italiano: simpatia e disponibilità a manetta, gran cuore e feeling da vendere. Per me è una delle realtà più belle dell’intera scena blues di Chicago, speriamo di poterlo incontrare di nuovo in qualche bel locale specializzato in dodici battute… In una foto siamo a Pavia con il mitico chitarrista genovese Paolo Bonfanti.

Negativa invece la mia breve collaborazione musicale con Homesick James, cugino del più famoso Elmore, ma senz’altro più scorbutico e incazzoso. A Bellinzona qualche anno fa mi mandò a quel paese di fronte a 10.000 persone incredule solo perché gli chiesi in che tonalità voleva suonare la sua personalissima versione di Dust My Broom… Da dimenticare!

Chi ricordo invece con molto piacere è Willy DeVille che a mio avviso è uno dei più grandi interpreti slide guitar mai ascoltati. Se andate a visitare il sito della Treves Blues Band potete scaricarvi un lentone registrato con lui a Rock FM qualche anno fa; quando arriva a Milano ci sentiamo telefonicamente e la stima reciproca che esiste tra noi da anni è un grande onore per me, perché lui ama il blues e quando imbraccia la sua vecchia National mi sembra di risentire i miti del passato.

Non posso certo tralasciare il grande amico Cooper Terry con il quale ho formato un sodalizio artistico intenso durato fino alla sua prematura scomparsa. Mi ricordo quando parecchi anni fa mi disse: “Ehi efti (sta per F.T., nda) ti va di accompagnarmi ad ascoltare un mio amico bluesman che suona a Reggio Emilia?”.
“Ma dai Coop, è lontano, e poi sono stanco.”
“Ehi amico, non fare il culodipietra, non lo vedo da anni, e poi ti sarà simpatico.”
“Ma come si chiama?”
“Tanto non lo conosci”, mi fa lui. Alla fine decido per il sì, lo accompagno in macchina, lo porto sul luogo del concerto, arriviamo in camerino e lì si abbraccia e si saluta con chi? Con Mr. Lucky in persona, John Lee Hooker! Correva l’anno 1976.
Mi sto commuovendo e questo non mi fa bene, quindi ci sentiamo il prossimo mese, statemi bene diavoletti adorati. Firmato: Armonica sfiatata Treves.

Fabio Treves, fonte JAM n. 82, 2002

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