Il texano di orgini ispaniche Freddy Fender (all’anagrafe Baldemar Huerta) è arrivato al successo con Wasted Days, Wasted Nights e Before The Last Teardrop Fell negli anni ’70, interpretando una miscela edulcorata di Tex-Mex, ma i suoi esordi discografici affondano le radici all’inizio degli anni ’60, quando il conterraneo Richie Valens (per la stessa anagrafe Ricardo Valenzuela) furoreggiava con la sua rivisitazione di La Bamba.
A quell’epoca Freddy Fender era interprete di una musica fortemente improntata al rock & roll più marcatamente yankee (Rock No. 5), magari con il testo riveduto e corretto in lingua spagnola, per avere una maggiore presa sul pubblico latino (Di Que Vas Hacer, Vamos A Bailar, Bailando El Rock & Roll o Tuve Un Amor, che molto rammenta Save The Last Dance For Me).
Frequenti erano i riferimenti ai brani-icona di questa musica indubbiamente americana (Si Si Rider), anche se era lo spagnolo a farla da padrone nei testi, peraltro non particolarmente ispirati, secondo la tendenza di quegli anni, dove la melodia era preponderante rispetto al messaggio lirico.
Non mancano naturalmente le contaminazioni ‘etniche’ facilmente riconducibili al patrimonio folkloristico del border in episodi quali Ojale Y No Llores, Como Un Errante, Cuando Quieras Carino, Corina-Corina e Ya No.
Disco simpatico e gradevole, molto retrospettivo ed estremamente specifico, ma non certo imprescindibile; piuttosto lo definirei un disco per sfegatati collezionisti di rock chicano.
Arhoolie 9039 (Country Rock, Roots Rock, 2003)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 71, 2004