Il giovanotto porta un cognome che, grazie a suo padre, il quarto della serie degli Hamilton (neanche Rocky è arrivato a tanto), è marchio di garanzia di qualità. Conosciuto più nella scena indipendente che in quella mainstream, al capellone è stata affibbiata una definizione che gli calza piuttosto bene: ‘Rebel Without A Pause’.
Parafrasando il titolo dello storico film di James Dean, al nostro viene (giustamente?) attribuita l’etichetta di ‘ribelle’ – a causa di una apparente mancanza di volontà di allinearsi ai cliché del country industriale – ‘senza pausa’.
A giudicare dal numero dei suoi tour internazionali dal 1990, (tredici!), dalla quantità e lontananza da casa dei paesi toccati (Australia, Brasile, Canada, Estonia, Francia, Germania, Italia, Olanda, Irlanda, Giappone, Lituania, Nuova Zelanda, Polonia, Svizzera e Gran Bretagna), ai tanti tour nazionali (qualche anno fa ne ha compiuto uno a bordo di un’auto che lo ha portato negli honky-tonk di mezza America: oltre 10.000 km in 27 giorni!), e agli impegni legati alla gestione della propria carriera (TV, radio, ecc.) non possiamo che condividere tale definizione.
Il suono dei suoi dischi è chitarristico, da band. Non poco in un mondo che produce quasi solo cd utilizzando squadre confezionate di autori-produttori-sessionmen, con la conseguenza di una diffusa, quasi noiosa omogeneità stilistica.
Oddio, non che questo Deluxe sia portatore sano di chissà quale originale nuova idea. Si tratta della solita, nutriente, buona minestra. Però casalinga, non industriale. Artigianale, non di serie.
Il disco è prodotto dal titolare, le canzoni scritte dallo stesso, i nomi della band sono difficilmente individuabili perché parte di una lista che comprende tutti i vecchi e nuovi NashVegas Nomads. Consigliato a chi ama i suoni country rock, honky tonk, Bakersfield e Texas.
Dixie Frog 8536 (Country Rock, Honky Tonk, 2002)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 65, 2002