Uno dei tanti importanti artisti che ci hanno lasciato quest’anno portava il nome di George Jones, tra i più amati nel mondo della country music. Texano di Saratoga, classe 1931, cominciò a esibirsi giovanissimo raggiungendo un discreto successo locale già poco più che ventenne.

Nel 1954 riuscì a conquistare l’attenzione di H.W. ‘Pappy’ Dailey della Starday Records, un’etichetta texana attiva da un paio di anni, specializzata in musica country, particolarmente honky tonk, ma anche bluegrass e hillbilly e attenta alle nuove tendenze del mercato.

I primi singoli del giovane Jones lo vedevano accompagnato dai Western Cherokees, una band utilizzata da altri artisti pubblicati dall’etichetta. Nel 1954 la Starday Records pubblicò sette canzoni di George Jones, con i Western Cherokees o in coppia con il già affermato Sonny Burns.

Anche Why Baby Why (1955) doveva essere prodotta con Burns, ma il bourbon quel giorno tenne lontano l’artista dallo studio e George Jones si ritrovò ad incidere da solo quello che si rivelò essere il suo primo notevole successo. Successivamente, con l’esplodere del rock and roll, anche Jones come parecchi altri cantanti del periodo, si lasciò coinvolgere da quel nuovo genere tanto seguito dai giovani di allora. Molte produzioni country del periodo 1954-1957 subirono infatti una forte influenza da parte del rockabilly che Elvis lanciò a livello nazionale.

A chi volesse approfondire la propria cultura relativa alla produzione discografica degli anni ’50, consiglio la lettura di un volume intitolato Starday Story: The House That Country Music Built.

Il libro è stato pubblicato nel 2011 dalla University Press of Mississippi e l’autore è Nathan Gibson, un esperto di folk e country music e artista country rockabilly (incide per la spagnola El Toro Records e la finlandese Goofin’ Records) che ha potuto contare sulla collaborazione di Don Pierce, co-proprietario storico dell’etichetta. Il volume è ben scritto, racconta nel dettaglio la storia di questa importante casa discografica e naturalmente si chiude con l’elenco completo dell’intera produzione.

Maurizio Faulisi, fonte Chop & Roll n. 10, 2013

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