Gina Jeffreys - Somebody's Daughter cover album

Gina Jeffreys, la ‘golden girl’ della country music australiana, si ripresenta ai lettori di Country Store con un nuovo album che riconferma quanto di buono avevo scritto in occasione della recensione del precedente Up Close (CS n°39). Coronando un sogno comune a quasi tutti gli artisti che fanno musica country, Gina ha potuto incidere il suo nuovo album a Nashville, circondandosi dei migliori musicisti locali fra i quali spicca il fiddle dell’onnipresente Stuart Duncan.
Prodotto da Garth Porter, Somebody’s Daughter si avvale inoltre della partecipazione, come backing vocals, di Billy Dean e di Mitchell Shadlow due musicisti, uno americano e l’altro australiano, che in comune hanno la passione per una country music fortemente influenzata dal rock più sanguigno.

Nonostante questa ‘contaminazione’ l’album rimane piacevolmente ancorato a quelli che sono gli arrangiamenti e le tematiche tipiche di questa musica. Grande steel, opera di Michael Rose, e grandi testi, scritti per la maggior parte dalla stessa Gina e dal suo compagno Rod McCormack (uno dei migliori musicisti country/bluegrass del continente australiano), che cercano di sviscerare il tema dell’amore da diverse angolazione.
Se infatti Fool Like That, l’opening track, racconta di una ragazza che si innamora dell’uomo sbagliato, Somebody’s Daughter parla dell’amore inteso come un sentimento che accomuna tutti gli uomini mentre sia Love Without A Doubt e All We Have Is Love descrivono questo stato d’animo come un qualcosa a cui non si può rinunciare.
Particolarmente divertente è Dancin’ With Elvis, scritta da Story Worthington e Ron Narbin, dove viene pagato un affettuoso tributo alla figura del Re.
Curato in ogni dettaglio, come quasi ogni album che viene da Music City, Somebody’s Daughter rappresenta una ottima opportunità per la musica country australiana per acquistare credibilità sul mercato Statunitense particolarmente affamato di nuovi artisti dotati di talento.

ABC Music 494 928 2/4 (Traditional Country, 1998)

Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 42, 1998

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