Attiva già da metà degli anni novanta con i Liquid Sunshine prima e con i Mades poi, Gina Villalobos è una Honky Tonk Woman puro sangue, e lo si capisce veramente ascoltando le sue canzoni che vibrano di carica emotiva ed energia. Questo secondo disco che segue l’interessante album di debutto Beg From Me del 2002, accolto con molto entusiasmo dalla stampa specializzata d’oltreoceano, arriva dopo una pausa forzata dalle scene a seguito di un grave incidente che le ha compromesso la vista dall’occhio destro.
La forza della Villalobos e il suo amore per il rock’n’roll però non l’hanno fermata e così eccoci di fronte a Rock‘n’Roll Pony, un disco non privo di spunti interessanti, anche se strettamente legato a riferimenti che vanno da Tom Petty, ai Pixies passando per Carol King e Willie Nelson.
Certo è difficile inventare qualcosa di nuovo nel rock, tuttavia la Villalobos è riuscita nell’impresa di ritagliarsi un suo spazio dove riesce a far convivere la sua anima da rocker indomita e quella da ballader intensa e meditativa. In questo il disco risulta ben amalgamato e tra i brani vanno segnalati l’iniziale California, dove brilla la bella pedal steel di Sean Caffey che stende un tappeto sonoro eccellente per la splendida voce della Villalobos, l’ottimo rock’n’roll di What I’d Give e la bella cover dei World Party, Put Message In The Box.
Un discorso a parte lo merita la toccante ballad We Got It Slow, in cui Gina Villalobos tocca le corde del cuore sfoggiando un ottima prova vocale nonché un brano impeccabile dal punto di vista della scrittura.
Laughing Outlaw/Self LORDCD 89 (Singer Songwriter, Alternative Country, 2005)
Salvatore Esposito, fonte JAM n. 112, 2005
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