Il cantautore del New Jersey torna con il suo terzo disco dal vivo a complemento di una discografia di qualità con una manciata di album che si sono distinti per ottime doti compositive. Il songwriting di Greg Trooper è limpido e lineare, in grado di raccontare con grande vividezza ed intensità storie urbane e ricordi della propria giovinezza, sempre sul filo dell’ironia e di una umanità che contraddistingue i personaggi descritti.
La serata documentata in questo disco si è tenuta in un club di Austin, Texas, che si chiama The Rock Room, un minuscolo locale da 55 posti perfetto per garantire un’intimità e un contatto con il pubblico unici. Le storie di Greg Trooper si possono quindi dipanare attraverso quasi un’ora e vedono il nostro accompagnarsi con il contrabbassista Jack Saunders e lo straordinario fisarmonicista e tastierista Chip Dolan, perfetti partner per colorare canzoni ed emozioni.
Molti sono i momenti da ricordare in una scaletta che distribuisce avvincenti e struggenti sensazioni, da Broken Man alla splendida They Call Me Hank, dalle ‘memorie ferroviarie’ di Might Be A Train alle inflessioni anglo-scoto-irlandesi della suadente Inisheer e della ironica Mary Of The Scots In Queens. All The Way To Amsterdam, One Honest Man (perfetta per definire l’immagine di Greg Trooper), Everything’s A Miracle che ben descrive lo stupore per le piccole grandi cose della vita, Amelia, This I’s Do e Don’t Let It Go To Waste che aprono molto bene l’album e Good Luck Heart fanno da spina dorsale di un disco rilassato ed amicale giocato sull’interazione perfetta tra chi è sul palco e chi è tra il pubblico.
Live At The Rock Room mostra ancora una volta capacità e sincerità di fondo non comuni ed è un ottimo compendio alle produzioni in studio di un artista che ha trovato nel vecchio continente occasioni fruttuose per mettere in pratica la sua arte.
Appaloosa AP 193-2 (Singer Songwriter, 2015)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2016
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