E anche il vecchio Hank, com’è successo non troppo tempo fa a Merle Haggard, ha chiuso con l’odiata (da Merle) Curb. Buon per la Hightone, quest’etichetta che tanto ha fatto fino ad oggi per tenere alta la bandiera del country di una volta, quello suonato con Gibson e Gretch a cassa alta, spazzole su rullanti, steel senza pedal, bassi soprattutto contrab e fiddle generosi.
Buon per Hank che a 55 anni dall’inizio della sua carriera scopre che ci sono ancora case disposte a farlo cantare e suonare senza costringerlo ad usare strane alchimie per renderlo forzatamente appetibile anche ai giovani.
Buon per noi, pure, perché dischi come questo ci permettono di staccare l’orecchio da vecchie incisioni fruscianti per rinfrescarci sotto una cascata di note registrate in maniera cristallina ma suonate come in quei vecchi dischi fruscianti.
Prodotto da Lloyd Maines, che si limita a questo ruolo lasciando la steel nelle mani di Gary Hogue (crampi per il troppo suonare?), Seven Decades è un disco, mi verrebbe da dire, di pura country music. Ma forse è meglio prendere le distanze da facili polemiche riguardo alla definizione del genere (cosa è country e cosa non lo è, è una domanda alla quale rispondere continua a diventare sempre più difficile) perciò mi limito ad elencarvi gli ingredienti del piatto, vi assicuro che quando a servirli sono artisti come il buon Hank Thompson in qualsiasi modo li combiniate il risultato non può che essere buono: honky tonk, western swing, blues, tex mex polka, finger picking, waltz, hillbilly boogie, jazz.
Non sempre le sue produzioni sono state di altissimo livello, state lontani dalle sue cose nashvilliane degli anni ‘60, mettete piuttosto mani sulle sue canzoni del decennio precedente, se ci riuscite, e non fatevi scappare questo gioiellino insieme al Curb di duetti di un paio d’anni fa.
Hightone HCD8121 (Traditional Country, Honky Tonk, Country Swing, 2000)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 56, 2001