Hank Williams III - Lovesick, Broke & Driftin’ cover album

Se per Hank, Jr. è stato difficile affrancarsi dal mito dell’ingombrante padre, figuriamoci per suo figlio Hank III. Che, dopo aver provato a frequentare senza successo territori punk, ha dovuto affrontare una doppia sfida nel più famigliare ambiente country.
Così, dopo l’esordio discografico del 1999 (in realtà Risin’ Outlaw era stato registrato due anni prima ma tenuto nel cassetto dalla casa discografica) il trentenne Williams III ci riprova oggi con questo Lovesick, Broke & Driftin’.
Voce un po’ alla Bob Dylan ultima maniera, attitudine alternativa ma approccio stilisticamente ineccepibile, con una manciata di buone canzoni in saccoccia, l’ultimo dei Williams propone la sua versione di country tradizionale del terzo millennio. Che piace subito con la spumeggiante 7 Months, 39 Days e la classica title-track in apertura di album. Ma che, pian piano, cala di intensità e soprattutto pecca di originalità lasciando come sensazione principale quella del già sentito.

E così anche pezzi convincenti come la swingante One Horse Town (una via di mezzo tra il western swing di Bob Wills e le ballad yodel di Jimmie Rodgers), la tonica Trashville o l’ispirata 5 Shots Of Whiskey (una bella ballata costruita in modo intelligente) perdono un pizzico di efficacia.
Bruttina in Lovesick, Broke & Driftin’ anche la cover della springsteeniana Atlantic City dove l’arrangiamento troppo connotante finisce quasi per cancellare la bellezza della melodia.
Voto: 6-
Perché: Hank III pecca di originalità e ispirazione pur mostrando i geni di una eredità artistica inconfutabile.

Curb/Warner D2-78728 (Alternative Country, Honky Tonk, Traditional Country, 2002)

Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 82, 2002

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