Con notevole tempestività sui tempi abituali di licenza e traduzione di volumi in subjecta materia, esce per i tipi Vessazioni dell’Arcana l’agiografia più completa, il volume più prezioso e completo su James Marshall ‘Jimi’ Hendrix, con un capitolo di aggiornamento discografico all’agosto 1991. E continue dovranno essere le novelle sul punto audio-video con la mole prodigiosa di materiale inedito in via di pubblicazione.
L’edizione originale (Inglese per la Mandarin/Octopus/Reed Publish., 1990) riassume nel titolo Electric Gypsy l’essenza nomade e senza confini dell’anima, l’estetica di rara bellezza dei suoni prodotti e la procace poliedricità del meticcio di Seattle.
La versione italica sottotitola invece con Una foschia rosso porpora, evidente riferimento all’hit Purple Haze. Tutto è super documentato e circostanziato, preciso e suffragato da scritti e testimonianze; ogni attimo della breve vita del ‘geniale mezzosangue’ è catalogato ed elaborato come da un dipartimento dei servizi segreti, tale è la certosina e paziente opera di raccolta del materiale e la serietà dell’assemblaggio.
Lettere manoscritte con firma olografa riportate nel testo, stralci inediti trascritti; un volume di 750 pagine (ponderoso e leggero al tempo stesso) con oltre 200 pagine dedicate a bibliografia, recensioni, discografia, video, film e curiosità d’ogni sorta.
Per eccentrici studiosi e lettori voluttuosi ed amanti del ‘mito mancino’, ecco pronta per l’uso e la consultazione l’unica, vera ed autentica ‘bible for fans’. Il testo sacro che propone perfino l’albero genealogico del chitarrista eterno; che per ciascuna chitarra usata da Hendrix pubblica il costruttore (Leo Fender in primis!!!), il modello, il numero di serie, l’anno d costruzione e di ‘distruzione’.
Appunti sulla strumentazione usata nei concerti, nelle prove, nelle registrazioni; fogli presi da un taccuino quotidiano di vita vera, vissuta e partecipata, con scampoli di interviste e frammenti di questo enorme diario che si ritrovano come restaurati dalla scientificità della ricostruzione.
Harry Shapiro (autore, fra le biografie, anche di ‘Slowhand: la storia di Eric Clapton’) aggiunge con una meticolosità quasi ossessiva i particolari: i nomi degli attuali proprietari dei ‘gioielli elettrici’, la data ed il luogo di vendita del ‘pezzo’, nonché il prezzo d’acquisto, solo se certificabili naturalmente. Compaiono anche gli estremi di strumenti in mano ad ignoti….; quelli falsi….(attenti ad un gruppo di Fender Stratocastercolor rosso sfumato e nero del periodo 1964/1968!!!).
Tra i possessori di questi cimeli costosissimi e pregiati spiccano i nomi di Al Kooper e Frank Zappa. Schedato all’uopo anche Red Ronnie (alias Gabriele Ansaloni) con la quotazione di 180.000 sterline inglesi versate a Sotheby’s – asta del 25/4/1990 – per la Fender Stratocaster color bianco, n. 240981 del 1968, usata da Hendrix nel biennio 1968/70, tour europeo compreso.
Un lavoro articolato e complesso, comparabile per analogia di sforzi compiuti soltanto a quello svolto in decenni da Mark Lewisohn sui Beatles (quest’ultimo ancor più puntiglioso sulle ‘recording sessions’ minuto per minuto).
Tra ‘native american’ e ‘coloured’, un ibrido ben riuscito questo Hendrix!! Difficilmente replicabile però, essendo scaduto il termine ventennale per la clonazione…
Davvero si meritava questo straordinario polittico letterario.
Patrizio Visco, fonte Hi Folks! n. 56, 1992