Ian McFeron è un musicista dell’area di Seattle che si colloca in quel filone tra cantautorato e roots rock molto apprezzato con il nome di alternative country o americana. Dal 2003 sulle scene discografiche dopo essere stato scoperto da una radio locale di Seattle, Ian McFeron ha inciso una bella serie di dischi, dall’esordio intitolato Don’t Look Back passando per Long Way To Freedom del 2005, Fistfight With Father Time del 2006, Let It Ride del 2007, Love Me Blue del 2009 e Summer Nights del 2011.
Time Will Take You è stato inciso a East Nashville sotto la produzione dell’esperto Doug Lancio che gli ha cucito addosso un suono veramente brillante, gli ha affiancato nomi non particolarmente noti ma di qualità come Brad Pemberton, batterista dei Cardinals di Ryan Adams, il pedal steel guitarist Jon Graboff, la fiddler e cantante Alisa Milner che spesso lo accompagna in concerto, il bravissimo pianista Micah Hulscher e il bassista Norman Baker.
I riferimenti e le influenze vanno da Ryan Adams a Bob Dylan passando per la Band, filtrando il tutto attraverso una sensibilità maturata attraverso una carriera che lo ha anche portato a dividere il palco con grandi nomi della musica americana come Patty Griffin, Nanci Griffith, Hayes Carll e Amos Lee solo per citarne alcuni.
Difficile fare una graduatoria di merito tra le canzoni di questo disco, fortemente ispirato e coeso, magari non originalissimo ma degno assolutamente di nota. Bringin’ It Back, Down The Road, la pianistica The First Cold Day Of Fall, Good To Be Back Home, How The Money Comes e Back To The Farm si guadagnano un posto nel cuore degli appassionati grazie ad ottime melodie ed arrangiamenti e ci consegnano un artista adulto e profondo.
Autoprodotto (Roots Rock, Singer Songwriter, 2013)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2014
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