Iris DeMent

Iris Luella DeMent nasce il 5 gennaio 1961 a Paragould in Arkansas, ultima di quattordici figli. Nella sua famiglia la musica è di casa: la madre ama cantare, il padre fa la voce guida durante i canti liturgici e le sorelle maggiori hanno un gruppo, le ‘DeMent Sisters’, specializzato in canti gospel, il genere musicale più ascoltato in famiglia. Non a caso un disco di canti gospel di Loretta Lynn è uno dei primi ricordi musicali di Iris. Altre influenze musicali sono Johnny Cash, Jimmie Rodgers e la famiglia Carter.

Anche se cresciuta in mezzo alla musica, e pur sapendo strimpellare il pianoforte, è solo a venticinque anni che scrive la sua prima, ‘vera’ canzone. Nello stesso periodo si mette a studiare la chitarra e, dopo circa un anno, si sente abbastanza pronta per esibirsi in pubblico. Messa da parte una certa somma, si trasferisce poi a Nashville, dove, con l’aiuto di Jim Rooney, incide il suo primo album, Infamous Angel (1992).

Si tratta di un disco acustico, con brani che spaziano dal gospel (Fifty Miles Of Elbow Room, Higher Ground) alla nostalgia per la terra di origine (These Hills, Our Town) e al dolore per il padre morente (After You Are Gone). L’album, pubblicato in sordina da una casa discografica indipendente, grazie al passaparola del pubblico arriva alla conoscenza della Warner Bros, che ingaggia Iris e ripubblica Infamous Angel l’anno successivo. Il successo del disco porta Iris in tour con famosi cantanti quali John Prine e Merle Haggard (i primi ad accorgersi del suo talento), Nancy Griffith, Emmylou Harris, Shawn Colvin e Tom Petty.

Nel 1994 esce il secondo album, My Life, dedicato al padre scomparso due anni prima. Il disco è ancora più intimo e raccolto del precedente e stupisce nuovamente per la sua capacità di parlare di argomenti molto personali, come la morte del padre (No Time To Cry), i ricordi dell’infanzia (Childhood Memories), le difficoltà quotidiane di una moglie e madre (Easy’s Gettin’ Harder Every Day) e le proprie riflessioni esistenziali (My Life), in un tono semplice e diretto, senza affettazioni.

The Way I Should (1996) segna un netto cambiamento rispetto ai due dischi precedenti: la strumentazione è più ricca e fa uso abbondante di chitarre elettriche e percussioni. Ma il cambiamento maggiore è nei testi: anche se sono ancora presenti brani esistenziali (When My Mornin’ Comes Around) e religiosi (Keep Me God), prevalgono però quelli di denuncia sociale.

L’esempio più lampante è il brano Wasteland Of The Free, in cui è presente una frase particolarmente dura che paragona i metodi del sistema americano a quelli di Hitler, ma ci sono anche strali polemici contro la chiesa e la prima guerra in Iraq. È naturale che simili contenuti provochino delle reazioni molto forti e molti fan, profondamente religiosi e patriottici, si sentono traditi dall’album e lo boicottano.

Nonostante il clamore suscitato, la DeMent non si ferma e appare in numerosi album negli anni successivi. Da segnalare sono i duetti con Tom Russell in The Man From God Knows Where (1999), quelli con John Prine in In Spite Of Ourselves (1999) e quelli con Ralph Stanley in Clinch Mountain Sweethearts (2003). Meritano una menzione anche le partecipazioni ai tributi a Jimmie Rodgers (1997) e a Tom T. Hall (1998) e alle colonne sonore L’Uomo Che Sussurrava Ai Cavalli (1998) e Songcatcher (2001).

Lifeline (Flariella Records, 2004) è al momento il suo ultimo album e giunge dopo otto anni da The Way I Should. E’ una raccolta di canti gospel di pubblico dominio, alcuni cantati da più di centocinquanta anni. Un solo brano è di sua composizione, He Reached Down, sulla parabola evangelica del Buon Samaritano. La strumentazione è scarna e acustica e segnala un ritorno ai suoni più tradizionali dei primi due album.

Discografia:
Infamous Angel (Philo, 1992, ripubblicato da Warner nel 1993)
My Life (Warner 1994)
The Way I Should (Warner 1996)
Lifeline (Flariella 2004)

5.1.1961

Traditional Country, Singer Songwriter, Country Acustico

Vito Minerva, fonte TLJ, 2004

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