J.D. Crowe & The New South - Come On Down To My World cover album

Più brutti di così si muore (roba da far invidia al ‘festival dei brutti’ che ogni anno si celebra nella cittadina marchigiana di Piobbico).
Vabbè che gli americani mangiano troppo e male, ma date uno sguardo alla copertina di Come On Down To My World e capirete perchè il bluegrass continua ad essere così poco appetibile sul piano dell’immagine: tre dei cinque componenti dei New South sono dei ciccioni pazzeschi, e anche il band leader J.D. Crowe sfodera un faccione grosso così.
Nel confronto Tim O’Brien, Bela Fleck, Sam Bush e Tony Rice fanno la figura dei modelli  di Armani.

Scherzi a parte, questa faccenda del look una sua importanza ce l’ha. E’ difficile promuovere una musica già ritenuta noiosa, tutta uguale, perfino reazionaria se poi a farla – anche bene – sono dei signori di tal fatta. Non è questione di essere ‘lombrosiani’, ma viene quasi da pensare che i loro tratti fisici facciano tutt’uno con l’ideologia – spesso si terribilmente conservatrice – esibita come passaporto.
Prendete Ricky Skaggs: grande, grandissimo musicista, ma anche un fondamentalista religioso che fece campagna elettorale per Reagan schierandosi più a destra di lui.
Ennesima riedizione di quel New South che dagli anni Settanta in poi vide alternarsi al suo interno artisti del calibro di Jerry Douglas, Bobby Slone e Sam Bush, la nuova compagine bluegrass licenzia un disco formalmente corretto, ben suonato e cantato, ma di scarso interesse.

Dodici brani per complessivi 40 minuti, dieci dei quali cominciano nello stesso modo (variano solo, neanche tanto, le tonalità).
Va bene muoversi nel solco della tradizione, aggiornando la lezione dei padri, c’è da giurare che dal vivo i cinque facciano faville; ma il disco non si deposita nella memoria, il suono è ‘classico’, a tratti convenzionale, anche se nella selezione fa capolino il glorioso White Freightliner Blues dello scomparso Townes Van Zandt riscoperto dai New Grass Revival.
Il nuovo dobroista Phil Leadbetter ricama ‘alla Douglas’ sulle atmosfere piuttosto prevedibili del disco, ma chi ama il genere si accomodi: due o tre cose si salvano, come il bel gospel I’m Going That Way che chiude il CD.

Rounder 0422 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 1999)

Michele Anselmi, fonte Country Store n. 53, 2000

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