Jackson Delta

Dodici anni di attività, con apparizioni anche a festival blues e concerti importanti, oltre al solito circuito coffee-houses, clubs e colleges, non sono bastati a questo trio di Peterborough, Ontario, a far uscire la loro fama dai patrii confini.
Ma il Canada è grande e può tranquillamente custodire anche un segreto come questo. Considerati dalla critica e dagli addetti ai lavori la miglior blues-roots band acustica canadese, i Jackson Delta vantano già dodici anni di attività ed hanno un’inusuale formazione che richiama i gruppi di matrice folk-blues dei Sixties, Koerner, Ray & Glover su tutti. Rick Fines, chitarra e voce, Gary Peebles, dobro, chitarra e voce, e Alan Black, armonica, batteria e voce, trasportano il blues del Delta del Mississippi nella loro musica con disarmante naturalezza.

Molta gente ha riscoperto i valori più profondi, caldi ed intensi della musica acustica di matrice roots proprio in questi periodi aridi dove la tecnologia prevale su tutto.
Ma non è solo per questo che ci sentiamo di raccomandare una formazione di bianchi capace non solo di catturare lo spirito della musica del Delta, ma di eseguirla anche con crescente personalità, gusto e non comuni doti tecniche.
Lo confermano sin dagli esordi nel’89 con Acoustic Blues (da una cassetta dal titolo Delta Sunrise con una tiratura di 250 copie, registrata a Memphis durante il loro viaggio nel Tennessee per partecipare al National Blues Award nel’88, non sono in grado di dirvi nulla di più se non che è un raro pezzo da collezione).

Il CD d’esordio, registrato live in studio, ci mette di fronte un trio dal delta-blues sound molto omogeneo e compatto con solidi arrangiamenti di standards, bei brani originali, e come ha scritto Stereophile di Los Angeles: “Kitchen blues with gritty vocals, solid arrangements and always beating rhythms”.
Questo esordio crea interesse intorno a questo trio che suona con la coordinazione e l’intensità di una sola persona, una sorta di one-man band capace di esprimere un suono più curato ed arrangiato – notevole l’impasto di chitarra e dobro con l’armonica – ma con la stessa coesione ed impatto.

Dalla fine degli anni Ottanta appaiono in tutti i più importanti folk e blues festival canadesi e si fanno conoscere ed apprezzare anche tra i musicisti.
Lookin’ Back, pubblicato nel ’91 e prodotto da Colin Linden, conferma la caratura artistica dei Jackson Delta.
Sono in grado di proporre un repertorio interamente originale, se si eccettua l’acustica e rurale cover di Honey What’s Wrong With You di Jimmi Reed ed il personale riarrangiamento del popolare traditional Worried Life Blues, ed il loro sound è più ricercato e meno impetuoso.

Merito di Colin Linden che ha catturato lo spirito blues naturale del gruppo esaltandolo attraverso la registrazione live in presa diretta.
Egli, senza trascurare le sfumature, il virtuosismo dei singoli, le peculiarità di ogni arrangiamento, è riuscito ad esaltare il suono d’insieme dei Jackson Delta ormai al massimo della maturità espressiva. I due chitarristi Rick Fines e Gary Peebles firmano tutti i brani e si alternano al canto sempre con ottimi risultati.
L’impasto chitarra-dobro si rivela un’arma vincente in tutti gli arrangiamenti, sempre meno canonici e più ricercati nello stile, tanto che la musica acustica di questa band

acquista ancor maggior splendore, ritmo, profondità e spessore.
Prezioso per arricchire Lookin’ Back è anche l’apporto in alcuni brani di Terry Wilkins, basso, Peter Jellard, accordion e Colleen Peterson, voce – due altri segreti canadesi che fanno respirare aria della Louisiana in Little Sister’s Gonna…. – e del piano boogie di Gene Taylor e Richard Bell.
Un lavoro di una bellezza ipnotica ed intrigante che non sfigura di fronte ai contemporanei lavori dei più celebrati revivalisti bianchi americani che si ispirano alle stesse fonti ed usano gli stessi mezzi espressivi.

La statura di questa formazione è confermata dal loro terzo compact registrato dal vivo al Blues Festival di Toronto e che è valso loro la nomination al Juno Award, il Grammy canadese. I Was Just Thinking That.., che si avvale come ospite fisso di Gene Taylor al piano, ci ripropone una formazione il cui sound live è praticamente identico a quello in studio. A parte questa peculiarità, i Jackson Delta si avvalgono del corposo pianismo di un consumato veterano come Gene Tayor per rendere il loro blues ancor più eterogeneo ed appetibile. Essi propongono inoltre un repertorio quasi completamente nuovo rispetto ai precedenti lavori con un solo brano originale, Bad News Blues, poderoso intro scritto da Rick Fines con la national-steel in evidenza. Tutto il resto è ripreso dai classici del blues.

Passano da Sleepy John Estes a Howlin’ Wolf, da Mississippi John Hurt a Big Bill Broonzy, da Blind Willie McTell a J.B. Lenoir, evocano lo spirito dei vecchi maestri ma comunicano anche attraverso la loro musica ad un pubblico attento ed entusiasta.
Ma rivisitazioni e rielaborazioni non si fermano al passato e toccano anche Johnny Winter, T.V. Mama, e J.J. Cale, Some Old Blues, catturando anche la peculiarità di personaggi come questi e lo spirito del presente del blues. Con l’apporto di Taylor – amico di vecchia data – al piano l’impatto sonoro del trio è ancor più impressionante oltre che vario grazie al suo apporto tanto in chiave solista che in quella ritmica. Spaziano così anche verso lo swamp-blues, Funny Mae, ed il r&b riprendendo in chiusura Saved di Leiber & Stoller.

I Was Just Thinking That conferma cosi la crescita di questo trio che, grazie all’apporto di un pianista come Gene Taylor, riesce ad esaltare in modo determinante anche il lavoro dei due chitarristi – cresciuti e più maturi anche come vocalist, capaci di sfruttare la diversa timbrica delle due voci nella stessa canzone – dell’armonica e della scarna ritmica. In una dimensione musicale dove non è facile essere originali ed in un genere come il blues acustico dove predominano gli imitatori, i Jackson Delta, da Looking Back in poi, stanno lentamente plasmando un sound personale, fresco e senza concessioni o compromessi ma in costante crescita.

Per chi ama il suono acustico al 100% e le chitarre slide, una formazione da scoprire.
La bravura, l’onestà di intenti, la freschezza dell’approccio e la genuinità di questo trio premierà anche l’ascoltatore più smaliziato e toccherà la sensibilità del bluesologo più cinico.
E’ il fascino inossidabile della musica del Delta.

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 2, 1994

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