Jay Ungar – Catskill Mountain Goose Chase cover album

Non è molto difficile individuare nella coerenza sul piano di vita personale e su quello artistico dei coniugi Ungar, una genuina volontà di ritorno alle origini (una sorta di sincero tradizionalismo, che recuperi i reali valori della vita). I semi di tale concezione del vivere, più consona alle esigenze umane, erano stati coltivati, dai due, nelle esperienze di comune vissute, nei primi anni ’60, soprattutto con i Cat Mother And The All-night newsboys (Albion Doo-wah… è il risultato dell’unione fra gli Ungar ed il gruppo californiano), rock group della Bay Area, e più marginalmente nell’effimera avventura con la Putnam String County Band (esiste una testimonianza discografica di questo ensemble, siglata Rounder 3003), string band dove Jay e Lyn, coadiuvati dall’ex New Lost City Ramblers, John Cohen e dalla violoncellista classica Abby Newton, sembravano aver trovato un suono a misura del loro gusto musicale.
Il raccolto proficuo di simili momenti di vita offrì loro la possibilità di realizzare un microsolco (Songs, Ballads & Fiddle Tunes, Philo 1023) in cui riunire parte di quella cultura rural-musicale in estinzione, particolarmente cara ai due, assieme a ballate e composizioni personali. Un passo felice che spronò il duo, oltre che a continuare, alla ricerca di una casa e di una vita di campagna ove ritrovarsi quando l’attività concertistica lo permette, in compagnia del proprio pargolo. Si può affermare, in definitiva, che Jay Ungar e la moglie Lyn, abbiano cercato di tradurre sia nella musica sia nel modo di vivere quotidiano, la propria avversione per la meccanicità della vita cittadina.

Sempre per espresso desiderio della coppia, Jay ne è infatti il produttore, il primo sforzo su disco ha un seguito: Catskill Mountain Goose Chase. Più ordinato (pulito) e panoramico (degli stili ed influenze che hanno recepito i due nella loro carriera di musicisti) del pur bellissimo precedente, l’album è interpretato con una duttilità sorprendente; ne esce ingigantito l’estro musicale di Jay Ungar, che ha modo, qui, di rivelarsi nella doppia veste (al fiddle, mandolino e chitarra) di strumentista protagonista e di fine e sensibile accompagnatore quando si devono arricchire certi spazi nelle ballate cantate, con spirito e sentimento, da Lyn.
La varietà del materiale contenuto in Catskill Mountain Goose Chase è uno dei suoi pregi maggiori: l’old time music di Engine On A Mogull di Fiddlin John Carson, Sal Went Down To The Cider Mill degli Skillet Lickers, e della personale Catskill Mountain (brano il cui mascheramento rammenta volentieri certo bluegrass) eseguita in modo fresco ed impeccabile, ben si accosta alle swingheggianti Big Enough For Two, firmata felicemente dal duo, l’ve Got Those Oklahoma Blues di Marvin e River Blues di Moret-Daniels-Khan. Dignitoso e di grande effetto il tributo pagato alla tradizione inglese ed irlandese, con due medley: Four Reels e Angus Campbell/Devil’s Dream che testificano il profondo legame che unisce il fiddler alla musica di queste terre.

Il bluegrass, nell’edizione country-gospel, fa la sua apparizione in The Girl Behind The Bar, un pezzo degli Stanley Brothers, eseguito con calore e passione dai due musicisti. Bella la ballata di Hazel Dickens (Tomorrow’s Already), la cui interpretazione vocale (Lyn) e strumentale (Jay) supera ampiamente le aspettative. Sfugge a tutte le classificazioni invece Rip Van Winkle Blues, monologo cantato dal fiddler accompagnandosi al suo strumento, mentre la moglie fornisce una specie di ritmica con lo scacciapensieri (jews harp). Le perle della raccolta, comunque, rimangono Maiden’s Prayer e Round The Horn: la prima, un classico del western swing uscita dalla penna prolifica di Bob Wills, riesce a trovare in Jay Ungar e Aly Bain due esecutori ideali che riescono ad infondere un pizzico di fascino in più alla melodia; la seconda è un’aria peruviana arrangiata in modo notevole da Ungar, il quale vuoi dimostrare, con essa, di non essere confinato nell’area della musica popolare americana o inglese o irlandese, ma, al contrario di guardare più in là… dovunque la musica abbia partorito frutti sinceri.
Particolare menzione, per il lavoro svolto nel disco, meritano il vivace clarinetto e pennywhistle di Billy Novick; Aly Bain e Dave Richardson (dei Boys Of The Lough), rispettivamente al fiddle ed al mandolino; Sandy Davis, al dulcimer, banjo, bones, spoons, plank e bodhran, che si fa carico del maggior aiuto quale session man ed infine Tony Markellis al basso. È anche grazie a dischi del genere che la tradizione statunitense ha una sua precisa continuazione. Una piena conferma del talento di Jay & Lyn.

Philo 1040 (Old Time Music, Bluegrass Tradizionale, 1978)

Mauro Quai, fonte Mucchio Selvaggio n. 11, 1978

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