Jeff Hughes - Chaparral cover album

Spesso capita di imbattersi per caso in un gran disco e questo pare proprio sia il caso di Chaparral. Jeff Hughes è stato definito “II segreto meglio custodito della parte nord di Austin”, ma fortunatamente è stato scoperto dalla intraprendente indie Boar’s Nest ed ecco che anche noi possiamo deliziarci con il contenuto di Chaparral, che è anche il nome della band con la quale Jeff era solito esibirsi, dividendo il palco dell’Henry’s Bar & Grill con allora-esordienti/ futuri-big del calibro di Kelly Willis (attuale moglie di Bruce Robison) e Junior Brown.
Diciamo subito che tutte e dieci le canzoni, per complessivi trentotto minuti, sono firmate da Jeff che ce le spara una dietro l’altra con una grinta ed un piglio assolutamente vincenti. Una miscela esplosiva di rock fortemente venato di country, alternato a tributi ai suoi idoli (Joe Ely è palesemente omaggiato nell’apertura di Same Old Magic), senza dimenticare una corposa dose di quelle splendide ballate elettroacustiche che il Texas sembra partorire senza fine.
La chitarra elettrica solista (fortemente twangy) dell’iniziale Finer Lovin’, in mano a Casper Rawls, già ci dà una misura di cosa ci troviamo di fronte. Ballate robuste e storie di vita vissuta, con la disponibilità ad assumersi tutte le responsabilità – nel bene e nel male – dei futuri sviluppi e delle scelte operate.
All My Life cresce ad ogni ascolto, grazie anche alla chitarra ritmica e solista di John Inmon, ex-Lost Gonzo Band. Choose Only Love risente ancora una volta del rock texano, che si rifá ai canoni dei grandi, Buddy Holly su tutti ed è ancora Casper Rawls a condurre le danze con la sua chitarra ritmica, mentre il fedele Mike Hardwick ricama sulla solista.

Bus Stop, una delle due knock-out songs del CD – almeno a mio parere, anche se la scelta non è stata delle più facili – brilla di un’ingenuità disarmante, con la ritmica affidata a John Inmon, al calore dell’accordion in mano a Michael Ramos ed alle background vocals di Bruce Robison, compagno di tante avventure giovanili. Una menzione particolare per il ritornello che si memorizza istantaneamente, ti si inchioda in testa e non riesci più a liberartene.
The Loneliest Tears è impreziosita dalla solista di John Inmon, molto twangy per l’occasione, mentre The Waltz, lenta e logicamente cadenzata, vede la collaborazione vocale della succitata Kelly Willis.
Locked In The Big House ricorda molto da vicino il country-rock degli anni ’70, quando i nomi di riferimento erano Poco ed ancor di più Flying Burrito Brothers.
E’ ancora una volta la solista di John Inmon ad aprire l’altro brano eccellente del CD: Santa Fé Railroad è ritmata dallo sferragliare del treno sulle rotaie, una sorta di ‘boom-chicka-boom sound’, ma fortemente ingentilito dalla voce di Jeff.
Anche nella conclusiva Lazy Good For Nothin’ permane il sound chitarristico ’50’s-oriented, grazie all’apporto strumentale di un altro astro nascente della scena di Austin, quel Chris Miller che avevamo già apprezzato nella pluridecorata compilation True Sounds Of The New West della Freedom Records. In estrema sintesi (ah, ah) ci troviamo di fronte ad un CD, questo Chaparral, da acquistare assolutamente, semprechè andiate pazzi per i cantautori texani country-oriented…

Bear’s Nest 002 (Singer Songwriter, 1997)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 43, 1998

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