Jeff White - The Broken Road cover album

E’ sempre un buon segno quando un disco ti fa venire la voglia di acquistare il precedente. Significa che vi si rintraccia dentro una qualitá superiore, una novitá, il piacere della scoperta.
Accade con The Broken Road di Jeff White, CD tra i piú belli e vibranti degli ultimi mesi, almeno nel ristretto mondo della musica bluegrass.
Chitarrista nella band di Vince Gill, nonchè cantante cresciuto nel culto di Bill Monroe, White ha una personalitá musicale invidiabile: per come suona e per come compone.
“Ci sono canzoni che illuminano i rapporti tra country, bluegrass e old-time music miscelando temi moderni e suoni antichi”, scrive sulle note di copertina Jon Weisberger, e per una volta lo strillo pubblicitario pare pertinente.
Con quella sua sorridente faccia da irlandese, White si dimostra artista di primo piano, tutt’altro che un sideman al quale viene offerta la possibilitá di mostrare le qualitá strumentali.
Un pó Tim O’Brien e un pó Ronnie Bowman, l’uomo sfodera per l’occasione un nutrito gruppo di brani originali, buona parte scritti in coppia, un traditional riarrangiato e un omaggio – Stay Away From Me – allo scomparso Monroe.
Il suono è potente, compatto, misterioso, e la qualitá dei testi – animati da una scrittura originale che ‘gioca’ coi temi della morte e dei disastri naturali – fa tutt’uno con l’impasto strumentale.

Bella forza, direte voi! Coadiuvato da una all-stars band nella quale ritroviamo Vince Gill (mandolino e voce), Jerry Douglas (dobro), Jeff Guernsey (fiddle), Pete Wernick (banjo) e Barry Bales (contrabbasso), White azzecca sin dal primo brano il passo giusto.
The Broken Road, aperta da un tagliente assolo di dobro, è un’enigmatica storia di pericolo e seduzione che non ti stancheresti mai di ascoltare; e la cosa si ripete con l’allarmante Cliffs By The Sea (bellissima), l’ironica Bet On An Angel (dalle tonalitá blues), la mistica The Struggle (quasi un gospel) e la travolgente The Fiddle In The Trees (che termina troppo presto).
Quattordici tracce in tutto, per oltre 40 minuti di musica: e vi assicuriamo che una volta rimesso il disco nella custodia verrá subito voglia di ascoltare quel The White Album (sempre Rounder) licenziato qualche anno fa. Sempre che riusciate a trovarlo…

Rounder 0455 (Bluegrass Moderno, 1999)

Michele Anselmi, fonte Country Store n. 47, 1999

Link amici

Comfort Festival 2024