Da Six Miley, piccola cittadina della South Carolina, arriva una delle più sorprendenti nuove voci del cantautorato USA al femminile. Don’t Be A Stranger, realizzato da una giovane bianca con gli Appalachian Soul, è un esordio così prezioso ed intenso che sembra prodotto, con celeste maestria, da Gram Parsons in persona, rimaterializzatosi sui monti Appalachi. La musica di Jennifer è una riuscita miscela di tutti i generi della musica ‘americana’: down and dirty blues, rock & roll, folk acustico, country, assemblato in cosmica armonia.
La definizione di ‘Appalachian Soul’ si adatta tanto alla sua band che alla musica. La Goree combina, nel secondo album, in modo sublime i generi citati e li interpreta con fervore, partecipazione emotiva, con sfaccettature sorprendenti. Se la sua poderosa e duttile voce, dalle potenzialità espressive tali da lasciare il segno in ogni brano, è stupefacente, cosa dire delle capacità di autrice, che combina intelligenti ed emozionanti testi a melodie così consolidate nella tradizione folk-soul da sembrare degli standards.
Dalla sua musica sprigionano emozioni, forza, creatività e onestà, come raramente è dato ascoltare. Questa cantante-chitarrista è coadiuvata da un’ottima band guidata da Glenn Cannon, co-produttore del CD e bravo a destreggiarsi con ogni tipo di strumento a corda. Sideman prezioso che le offre, con Evan Dehner, tastiere, Mark Nimmons, batteria, Lew Fitch, basso, e qualche ospite al violino, pedal steel e penny-whistle, una strumentazione perfetta per esaltare il coinvolgente appalachian-folk-soul feeling.
Dotata di una voce dalla bellezza carismatica e naturale, educata sin dalla tenera età al canto ed alla recitazione (Dylan, Thompson e Van Morrison i suoi preferiti), brilla anche per personalità, rigore stilistico, forza e maturità artistica.
Nightshade 016 (Folk, 1998)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 28, 1998