Jerry Douglas – Americana Master Series Best Of The Sugar Hill Years cover album

Disco inutile ma entusiasmante: anche senza ascoltarlo, è questo il giudizio. Inutile perché non è altro che una sterile raccolta prelevata dai dischi incisi dal nostro Jerry nella decade dal 1992 al 2002, quando era sotto l’etichetta Sugar Hill, senza nulla aggiungere. Una operazione meramente commerciale quindi.
Entusiasmante perché si parla di uno degli artisti che più esaltano l’ascoltatore e per la sua grande apertura di mentalità musicale, che spazia tra i molti generi che noi amiamo. Un artista completo, da ascoltare sempre, a priori, ricco di tecnica e di gusto, mai freddo e impersonale, ai confini di tutto ma pienamente dentro, pienamente compreso in qualunque genere suoni, questo sia bluegrass tradizionale e contemporaneo, new acoustic music oppure jazz, blues, folk e country. Il secondo motivo è la particolarità, la musicalità, la maestosità, i mille suoni dello strumento che il nostro Jerry suona, il dobro, uno strumento della voce a volte ampia e regale a volte gioiosa oppure graffiante, ma sempre riconoscibile.

Questa ricca raccolta (ben quindici pezzi, almeno questo), pur prendendo in considerazione solo il periodo di una decina di anni, ci propone Jerry Douglas nelle sue molte sfaccettature. Si può ascoltare ad esempio la notissima Birdland di Joe Zawinul, fantasmagorica, tratta da The Great Dobro Sessions, e poi A New Day Medley, intrigante con il sax e la bluegrass Ride The Wild Turkey entrambe da Slide Rule, piuttosto che Like It Is sincopata e jazzata da Restless On The Farm, nonché altro materiale da Lookout For Hope e da Yonder con Peter Rowan.
Ritornando alla premessa, un’antologia da ascoltare: piuttosto che ‘tanto sono cose già sentite’ prevale l’entusiasmo e la passione: stiamo parlando di Jerry Douglas, tanto di cappello, sempre.

Sugar Hill 4026 (Bluegrass Moderno, 2007)

Claudio Pella, fonte TLJ, 2010

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