erry Garcia, David Grisman - Shady Grove cover album

A partire dall’agosto del 1990 e fino alla scomparsa di Jerry, Garcia e Grisman hanno passato una infinità di tempo insieme nei Dawg Studio ad incidere tutto quello che passava loro per la testa, senza un progetto preciso, ma solo per fissare su nastro il comune amore per alcuni generi musicali. Dopo la morte di Garcia, David Grisman ha passato quasi un anno a riordinare il materiale inciso in quasi cinque anni e lo ha classificato per generi, ripromettendosi di incidere successivamente album specifici. I generi coinvolti sono folk-songs e ballads, Jazz, country, bluegrass, acoustic rock. In questo primo volume, Shady Grove, sono dunque incluse folk-songs e ballads.
La formazione musicale dei due musicisti si è concretizzata negli anni Sessanta ed il percorso seguito è stato parzialmente comune, come lo è stato per tutti quelli che avevano in quegli anni l’esigenza di andare oltre la facciata di alcuni fenomeni musicali che andavano per la maggiore ovvero al di là del folk revival più bieco, cercando di riscoprire musicisti autentici ed atmosfere genuine.

Nell’ultima pagina del ricchissimo libretto che accompagna il CD sono elencati i dischi folk ed old-time che hanno maggiormente influenzato Jerry e David negli anni della loro formazione. Nella lista non potevano mancare ovviamente i New Lost City Ramblers, accanto a old-timers quali Dock Boggs o Roscoe Holcomb; ovvero alcune delle antologie più formative come la Anthology Of American Folk Music di Hany Smith o ancora volumi fondamentali quali Mountain Music Of Kentucky e Traditional Music From Grayson And Carroll Counties. A proposito del libretto, contiene una ricca introduzione di John Cohen (lo ricordate nei New Lost City Ramblers?) che cerca di inquadrare il revival della musica ‘folk’ (come si diceva, generalizzando, all’epoca) nell’atmosfera che si respirava negli anni Cinquanta e Sessanta al Village di New York.

Passiamo alla musica del disco. I brani sono tredici, per un totale di una sessantina di minuti. Ogni brano contiene note che descrivono la fonte del brano e le incisioni di riferimento per ciascuno di essi. Le esecuzioni vedono Garcia alla chitarra e voce e Grisman al mandolino, esclusi The Sweet Sunny South, in cui entrambi suonano il five-string banjo, e I Truly Understand, in cui Garcia suona il 5-string banjo e David la chitarra. L’atmosfera del disco è anni Sessanta, d’altra parte l’intento dei due era evidentemente quello di divertirsi ad incidere per gioco tutto quello che ricordavano del decennio della loro crescita musicale. Garcia canta tutti i brani in modo ‘soft’ e si dedica alla chitarra ritmica, lasciandosi andare solo sporadicamente a moderati e gradevoli assoli; Grisman fornisce un ‘controllato’ (niente dawg. ovviamente!) apporto con il suo mandolino. Qua e là intervengono alcuni dei componenti del più recente Quintet: Joe Craven (fiddle, percussioni), Jim Kerwin (bass) e Matt Eakle (flauto).
In Dreadful Wind And Rata c’è ospite Brian Bowers all’autoharp, mentre in Down In The Valley c’è Will Scarlet all’armonica.

A questo punto mi rendo conto di non avere ancora accennato ad una valutazione di questo Shady Grove. Non è facile, cercate di capirmi. La valutazione non può prescindere da due elementi difficilmente eliminabili. Il primo è la scomparsa di Garcia, con tutto un coinvolgimento emotivo che non può non condizionare pesantemente il giudizio. Il secondo è l’avere parzialmente condiviso, da questa parte dell’Atlantico, le esperienze di Garcia e Grisman. Il repertorio, l’atmosfera, portano inevitabilmente ad un parallelo con il revival dei Sessanta, il che ha un significato ‘pesante’ solo per chi quegli anni li ha vissuti in prima persona. Ad un ascolto al di fuori del contesto descritto, il disco può sembrare troppo facile, poco ‘tecnico’, a volte banale nelle scelte (quale musicista oggi eseguirebbe ancora Shady Grove o Whiskey In The Jar?). Il gusto indubbiamente c’è, la professionalità anche, il dubbio è che un ascoltatore non attento o non interessato al contesto descritto possa accusare di ‘easy listening’ questo disco, che non vuole essere altro che una dimostrazione di amore dei due artisti nei confronti della musica popolare americana tradizionale.

Acoustic Disc ACD-21 (Folk, Country Acustico, 1996)

Mariano De Simone, fonte Country Store n. 38, 1997

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