Nato nel 1972 in Illinois, Jesse Brock già all’età di sette anni è sul palco con le sorelle nella Brock Family Band. Scelto il mandolino come propria strada, entra giovanissimo in gruppi come quelli di Lynn Morris e Chris Jones, per poi arrivare ora al meritato album di debutto solista. Il suo è uno stile moderno, dal tocco delicato e molto attento all’equilibrio, con padronanza di tecnica e di fantasia, vale a dire pienamente all’altezza dei grandi di questo strumento.
Gli amici che lo aiutano in questo disco sono gli attuali compagni di band: la titolare Lynn Morris con il marito Marshall Wilborn e Ron Stewart, tra l’altro autore di uno dei miei pezzi preferiti, Roadrunner, un titolo che anticipa velocità spericolate. E di Ron Stewart merita rilevare la bravura non solo con il fiddle (IBMA award 2000), ma anche con la chitarra: una piacevole sorpresa. Naturalmente non bisogna tralasciare gli altri ospiti, musicisti del calibro di Tom Adams, Jason Carter, Jim Hurst, Rob Ickes, Jason Moore, ed infine Wayne Taylor e Alan O’Bryant a rafforzare alcune parti vocali.
La scelta dei pezzi molto oculata (due terzi sono strumentali) mette in risalto il suo virtuosismo: una non scontata selezione di cover (superba l’esecuzione di New Camptown Races di Frank Wakefield) ed alcuni originali (due sono i brani con la sua firma: la title track iniziale, veloce e jazzata, e Lil’ Ben, dolce e dal sapore un po’ antico), che terminano con la delicata Maury River Blues scritta dall’amico David McLaughlin.
C’è un po’ la sensazione che tutto il disco sia troppo modellato su di lui e sul suo mandolino, come probabilmente è giusto che sia, ma il vero limite possiamo trovarlo nella sua voce fievole fievole pur se aggraziata. Sicuramente un disco elegante, a cavallo tra bluegrass e new acoustic music, tra inventiva e virtuosismo, per un ragazzo semplice e sincero.
Pinecastle 6501 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 2002)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 69, 2003
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