Jimmy LaFave nasce a Wills Point, una minuscola cittadina 50 chilometri a est di Dallas in Texas il 12 Luglio 1955. A tredici anni suona la batteria, poi nel 1972 a 17 anni con la famiglia si trasferisce a Stillwater nell’Oklahoma dove ha iniziato a suonare la chitarra e a cantare. L’Oklahoma è la sua seconda casa, dove ha lasciato un pezzo di cuore e dove ha suonato e cantato per circa quindici anni incidendo due dischi.
A Stillwater in Oklahoma dicevamo incide due album che Jimmy rinnega, dice “ero molto giovane e inesperto”: Down Under inciso dal Novembre 1978 all’Aprile 1979 e pubblicato nel 1979 dalla Snowbound Records con tutte composizioni scritte dallo stesso Jimmy e il successivo Broken Line del 1981. Due album acerbi in cui non si sente ancora il vero Jimmy LaFave, due dischi di difficilissima reperibilità, oggetto culto di accaniti collezionisti.
Nel 1986 torna in Texas e questa volta è ad Austin, città ideale per un musicista come lui, la capitale mondiale della musica dal vivo, dove ora risiede da quasi trent’anni, ha messo su famiglia e creato una etichetta discografica, la Music Road Records per cui ora incide e fa incidere altri artisti. Un pezzo del suo cuore è ad Austin dove naturalmente ha incontrato e si è creato numerosi amici e collaborato con tantissimi musicisti, ma ciò nonostante, una parte del suo cuore è rimasto in Oklahoma (tanto da incidere un album intitolato Texoma un neologismo che sta per Texas e Oklahoma).
L’Oklahoma è il secondo stato dopo l’Arizona per numero di Nativi Americani (i cosiddetti ‘indiani’) e Jimmy ha una zio che vive nelle riserve di Pine Ridge nel Sud Dakota. Jimmy è molto colpito dalla loro storia e il loro modo di vivere ed è in prima linea nel difendere i diritti dei Nativi Americani.
Nel 1988 pubblica una cassetta auto-prodotta Highway Angels Full Moon Rain che gli fa vincere il titolo di ‘nastro dell’anno’ per la rivista Austin Chronicle e in città si parla finalmente di lui e viene scoperto ottenendo un contratto discografico. I guai per Jimmy LaFave nascono quando firma un contratto capestro che lo lega alla Tomato Records, rimane bloccato per quattro anni e la Tomato non gli pubblicherà alcun disco.
Jimmy LaFave dopo l’esordio deludente
La sua carriera ufficiale invece inizia nel 1992 quando pubblica in CD Austin Skyline, inciso dal vivo in città a La Zona Rosa, alla Chicago House, al Garner e al Cactus Café (tutti club noti di Austin) con ben 4 brani di Bob Dylan: Girl From The North Country, You Are A Big Girl Now, Leopard-Skin Pill Box Hat e Shelter From The Storm, ballate intense che colpiscono al cuore e spiccano e brillano di luce propria e per finire un’altra bellissima cover di Walk Away Renée (un hit dei Left Banke del 1966).
Ma già con il suo secondo album Highway Trance del 1994 e con ben 16 canzoni ci troviamo di fronte a un piccolo capolavoro. Shakin’ In Your Hips e Austin After Midnight hanno il classico piglio rock and roll, ma sono le ballate poetiche e da autentico brivido come When The Tears Fall, Café In The Rain, When I See You Again e Leslie, Talk To Me (ascoltate l’interpretazione emotiva e vocale di Jimmy La Fave e il pianoforte e l’organo hammond di David Webb in un blues dedicato a Jimmy Smith e da vero sballo).
Jimmy resta un inguaribile fan di Bob Dylan ma c’è tanto pathos e qualità nelle cover che puntualmente incide nei suoi dischi con brani del menestrello di Deluth, Minnesota alias Robert Zimmerman. Jimmy è prigioniero delle più belle melodie di Bob Dylan ma è anche un abilissimo autore di poderose ballate e canzoni straordinarie. Canzoni che descrivono spazi immensi, il cielo illuminato del Texas, parlano di amori impossibili, di perdenti, di infermieri, benzinai, conduttori radiofonici, poeti, bohémien e nottambuli che lui incontra a notte fonda in una sorta di umanità notturna nei Café dopo i suoi concerti.
Un cantautore a metà strada tra Steve Forbert, Jackson Browne e Rod Stewart. Un eterno romantico che canta con gli occhi chiusi ed è dotato di una voce inarrivabile e assai intensa a livello espressivo. Jimmy rappresenta la quintessenza del rock americano: dolce, malinconico, intenso e impareggiabile nel sintetizzare poesia, melodia e interpretazione.
A tutt’oggi la sua ricca discografia conta 17 album in totale. Nei dischi di Jimmy LaFave si sente il rispetto ai suoi due grandi maestri: Woody Guthrie e Bob Dylan. I suoi musicisti preferiti in assoluto sono proprio Bob Dylan, Woody Guthrie e a livello compositivo (a cui si ispira nello scrivere canzoni) J.J. Cale, Jackson Browne, Buddy Holly, Leon Russell e Butch Hancock.
Tra i suoi dischi preferiti cita Blood On The Tracks di Bob Dylan (1975) e Layla (1970) di Derek And The Dominos (Eric Clapton).
L’intervista a Jimmy LaFave
Ecco l’intervista a Jimmy, ricevuta via mail il 1 Ottobre 2015 e completata durante i suoi due recenti concerti da lui tenuti con la sua band in Italia al Folk Club di Torino il 13 Ottobre 2015, e il giorno successivo il 14 Ottobre 2015 al Retrò Club di Vicenza.
The Night Tribe il tuo album più recente, è un disco fantastico, un piccolo capolavoro, forse il tuo CD più bello, sei d’accordo?
Sì, in questo momento la penso anch’io così, ma magari cambio idea non appena uscirà il prossimo!
Hai inciso 17 album contando e includendo Down Under (1979) e Broken Line (1981) incisi e pubblicati in Oklahoma ma che tu non consideri. Quali pensi siano i tuoi dischi migliori?
Austin Skyline (1992), Trail One (1999) e The Night Tribe (2015).
Chi sono i musicisti che più ti hanno influenzato nella tua carriera?
Bob Dylan, Woody Guthrie, Chuck Berry, J.J.Cale e Jackson Browne.
Hai mai incontrato Bob Dylan?
No, siamo stati nella stessa stanza ma non l’ho mai incontrato. Però l’ho visto dal vivo in concerto molte volte!
Ma… Bob Dylan almeno sa di tutte le tue splendide cover incise di sue canzoni?
Non sono sicuro, alcune persone mi hanno detto di sì, ma non ho mai avuto modo di poter verificare se questo è vero.
Parlando della Music Road Records, quando è stata fondata e chi sono i proprietari e in quale percentuale? Kelcy Warren è il miliardario e magnate che se non sbaglio è il socio più accreditato al 70 % giusto?
La Music Road Records è nata nel 2007 e io sono tra i fondatori dell’etichetta e un partner in parti eque con Kelcy Warren.
A me risultava che foste in tre. Tu, Kelcy Warren e Fred Remmert (un sound engineer).
No, Fred Remmert non è più coinvolto con lo studio di registrazione o con la nostra etichetta. Inoltre lavorano per la Music Road Records la mia assistente e road manager Ashley Warren (ndr. è venuta in Italia con lui e cugina di Kelcy Warren) e mio nipote Jesse LaFave.
Quali sono gli artisti ora che incidono per la Music Road Records?
Lance Canales, Levi Parham, Rita Coolidge, Hal Ketchum, Jonah Smith e il sottoscritto. In passato abbiamo anche pubblicato dischi di Kevin Welch, Sam Baker, Hal Ketchum, Malcolm Holcombe e Slaid Cleaves. Abbiamo già pubblicato da qualche mese l’album di Lance Canales The Blessing And The Corse inciso come Lance Canales & The Flood, un artista originario di Fresno, California, davvero fenomenale. (ndr. un ex lavoratore dei campi e allevatore in fattoria di cavalli selvaggi, arrivato tardi alla musica).
E quali sono gli album che pubblicherete prossimamente?
Le prossime uscite sono Levi Parham, Rita Coolidge e Jonah Smith. Poi ci sarà il mio Trail Five, un tributo a Woody Guthrie e un mio nuovo album in studio.
Hai altri progetti come il favoloso tributo a Jackson Browne, il doppio CD Looking Into You del 2014?
No, ma ho ancora molte idee a cui sto pensando come realizzarle.
In riferimento al tuo nuovo progetto, l’album tributo a Woody Guthrie, dammi qualche altro dettaglio. Ci sono canzoni inedite di Woody Guthrie? Hai già iniziato a lavorarci?
Sì, sto scrivendo dei testi e delle musiche a 15 canzoni inedite di Woody Guthrie che non erano mai state pubblicate ma nemmeno terminate. La figlia di Woody Guthrie, Nora e i loro archivi mi hanno dato questa immensa gioia e l’opportunità di avere queste canzoni.
Negli album che tu pubblichi e che chiami Trail, la pecca secondo me è di non avere nessuna informazione dove sono state incise le canzoni, quando e con che musicisti. Alcune sono outtakes che hai pescato chissà dove, ma penso che a tutti piacerebbe avere maggiori informazioni su di esse. Sembra quasi di trovarci di fronte a quelle registrazioni o dischi che una volta venivano chiamati comunemente ‘bootleg’, registrazioni illegali senza alcuna notizia!
Sto lavorando per mettere una pagina sul mio sito dove cercherò di inserire tutte le notizie sui miei album Trail, anche se di alcune canzoni è quasi impossibile risalire a quando sono state registrate e dove, perché sono state da me riprese da dei nastri (registrazioni da mixer) in cui però non è segnato nulla!
Quali sono i tuoi musicisti preferiti, nuovi e vecchi?
Freddie King, Butch Hancock, Bill Frisell, Danya Kurtz, Lance Canales, Levi Parham.
Se ti trovassi in una isola deserta, quali dischi assolutamente porteresti con te?
Blood On The Tracks di Bob Dylan, qualsiasi disco di Woody Guthrie e di J.J. Cale, 28 Great di Chuck Berry, Layla di Derek And The Dominos e Late For The Sky di Jackson Browne.
Spesso tu dedichi canzoni ai nativi americani. Perché tutto ciò e cosa stai facendo ora al proposito per loro?
Penso seriamente che l’America debba molto a loro e che sia ancora loro debitrice. Cerco di riparare ai misfatti e alle ingiustizie che hanno subito nei secoli. Cerco di supportare la loro indipendenza e far mantenere e far rispettare i loro diritti per rimanere sovrani nelle loro terre.
Mi risulta che hai conosciuto Zucchero, un cantante italiano ben noto. Il 9 Aprile 2014 al Long Center for the Performing Arts di Austin sei stato sul palco a un suo concerto e avete interpretato assieme la tua bellissima canzone Never Is A Moment che tu hai inciso e pubblicato nello splendido album Texoma nel 2001. Zucchero ha inciso una sua versione dallo stesso titolo inserendola nel suo album La Sesion Ccubana pubblicato nel Novembre del 2012. Ho visto una foto di te, Zucchero e Gregg Rolie (mitico ex tastierista della band di Santana) davanti alla statua di Willie Nelson ad Austin. Cosa ricordi di quella notte e avevi mai incontrato Zucchero prima?
Era la prima volta che incontravo Zucchero. E’ una persona molto cordiale. È stato fantastico cantare con lui quella sera. È stato anche molto gentile a portarci tutti a cena dopo il concerto e ci siamo naturalmente scambiati molte storie curiose, aneddoti e fatti divertenti e abbiamo visitato la statua di Willie Nelson alle due di notte dopo aver bevuto parecchio vino! Gregg Rolie è un amico di Zucchero ma vive a Austin o dintorni e suona con diversi musicisti di questa zona, accompagna per esempio Ray Wylie Hubbard, ha la sua Gregg Rolie Band e soprattutto fa parte della Ringo Star’s All Starr band.
Ritorniamo sui tuoi cantautori preferiti, questa volta divisi per paese.
J.L. Woody Guthrie, J.J. Cale, Leon Russell e Bob Childers dell’Oklahoma (ndr. anche se nato nel West Virginia e poi trasferitosi a Ponca City e poi a Stillwater nell’Oklahoma e co-autore con Jimmy LaFave del bellissimo brano Austin After Midnight, inclusa in Highway Trance del 1994, Restless Spirits di cui Jimmy LaFave ha fatto una splendida cover in Austin Skyline nel 1992 e Long Time Since The Last Time firmata Jimmy LaFave e Bob Childers presente nell’album Road Novel del 1997. Bob Childers, il padre della Red Dirt Music era nato nel 1946 ed è morto il 22 Aprile del 2008), Bob Dylan di Deluth, Minnesota, Butch Hancock e Jimmie Dale Gilmore di Austin, Texas, e Jackson Browne (nato in Germania) per la California. Possono bastare?
Penso che Radoslav Lorkovic, nella tua band da diverso tempo, sia per davvero un grande musicista sia al pianoforte, organo e fisarmonica, un autentico valore aggiunto. Sei d’accordo? Nel tuo ultimo album The Night Tribe suona l’organo hammond B3 con il leslie, vero?
Sono d’accordo, Radoslav è unico, un musicista fantastico. Nel nuovo disco per la verità suona l’hammond C3 con un leslie e il piano è un Yamaha (grand) che abbiamo recentemente acquistato per il nostro studio di registrazione della Music Road Records.
Quali sono le tue canzoni preferite di Jimmy LaFave?
The Beauty Of You (ndr. dal nuovo album The Night Tribe del 2015), Desperate Men Do Desperate Things (ndr. da Austin Skyline del 1992 e inclusa anche nella sua antologia Favorites 1992-2001 edita dalla Music Road Records nel 2010), Never Is A Moment (da Texoma del 2000 e dalla compilation Favorites del 2010) e How It Must Remain (nel doppio CD Trail One del 1999 e nella stessa antologia Favorites 1992-2001), e altre ancora…
Escludendo i tuoi primi due dischi del 1979 e 1981 rispettivamente, secondo me la tua discografia ha ben 5 album che sono dei piccoli capolavori: Highway Trance del 1994, Texoma del 2000, The Blue Nightfall del 2005, Cimarron Manifesto del 2007 e l’ultimo The Night Tribe del 2015, sei d’accordo?
Sono dischi che naturalmente amo e tra i miei preferiti, ma non sta a me dire se sono capolavori oppure no. Sono gli ascoltatori che decidono, non certamente io.
Grazie Jimmy.
E’ sempre un vero piacere sentirti, a presto.
Aldo Pedron, fonte Late For The Sky n. 124, 2016