Di Jimmy Lee Robinson attendevo l’esordio — full-length — da circa un ventennio. Avevo infatti particolarmente apprezzato alcuni brani episodicamente comparsi su alcuni preziosi ‘various artists’ LP’s a suo tempo pubblicati dall’inglese Big Bear e dall’americana Violet. Quest’ultima è tra l’altro divenuta un collector’s item di assoluto rilievo. Mi impressiona ora molto favorevolmente questo Lonely Traveller, che esprime una musicalità piuttosto asciutta, ancorata a riff ripetitivi, un po’ rudimentali ed ipnotici, ma assolutamente affascinanti.
E’ un suono fondamentalmente ‘down home’, un po’ sulla linea della produzone ‘no compromise’ tipica della Fat Possum (per la quale è uscito il quinto CD, un nuovo e splendido R.L. Burnside che, secondo quanto risulta al momento, non verrà ripreso dalla Demon).
Mi piacciono dannatamente queste atmosfere: Robinson canta in maniera un po’ lugubre, a denti stretti, tirando molto dritto per la sua strada, poche storie. Idem per la parte strumentale: mette in campo una chitarra essenziale suonata con abilità modesta, senza clamori, eppur così coinvolgente.
La band di supporto, gli Ice Cream Men, già con Smokey Smothers e Big Wheeler, è perfettamente ‘in palla’, con chitarra, armonica e batteria dimessi e decisi al tempo stesso ed al punto giusto.
Sì, non c’è il basso e non se ne sente nemmeno la mancanza; anzi, il pedale della grancassa sopperisce ottimamente, contribuendo non poco a definire quella dimensione down home cui accennavo.
In qualche modo questo Lonely Traveller mi ricorda anche il Rooster di Roosvelt Booba Barnes, magari nettato della pur piacevole parodia di Howlin’ Wolf tipica appunto di Booba.
Concludendo: un disco splendido, particolarmente raccomandabile ad una utenza esperta.
Delmark DS 665 (Blues, 1994)
Renato Bottani, fonte Out Of Time n. 4, 1994