John McCutcheon – Gonna Rise Again cover album

Ci sono due citazioni, magari inconsce ma tutt’altro che occulte, che sembrano voler fornire una possibile chiave di lettura per quest’album: la prima riguarda la celebre ‘union song‘ di Florence Reece, Which Side Are You On, già cavallo di battaglia degli Almanac Singers ed oggi di Billy Bragg e Dick Gaughan; la seconda si riferisce alla non meno nota Taxes On The Farmer Feed Us All, una canzone scritta negli anni ’30 da Fiddlin’ John Carson e ripresa, fra gli altri, da Ry Cooder.

Le due citazioni appaiono rispettivamente in The Young Ones Don’t Remember e The Farmer Is The Woman e, secondo il mio modesto parere, rivelano quello che in effetti è il contenuto di Gonna Rise Again: il folk urbano e la tradizione rurale statunitense, opportunamente filtrati e rielaborati da un talento unico, sono infatti la base su cui John McCutcheon ha sapientemente costruito l’intelaiatura basilare del suo ultimo splendido lavoro.

Certo chi conosce l’artista per le sue passate esperienze rimarrà forse sconcertato di fronte ad un lavoro simile: stavolta infatti non si tratta di old time music e musica tradizionale britannica, recuperati con molta personalità ma anche in maniera quasi filologica, bensì di un album da vero e proprio cantautore per altro anche molto moderno ed a tratti molto elettrico.

Così il meraviglioso hammered dulcimer di John si può sentire solo sporadicamente ed in tutt’altro contesto poiché i nove titoli che compongono l’Lp corrispondono ad altrettante canzoni; sei di esse portano la firma dell’artista, una del suo amico Si Khan (Gone Gonna Rise Again), una di Walter Robinson (Harriet Tubman) ed una è nientemeno che una ripresa della classicissima Satisfied Mind che molti altri hanno già inciso.

Arrangiamenti eleganti, melodie superbe e voce calda e ben impostata non devono affatto sorprendere chi conosce il personaggio e le sue innumerevoli virtù; ciò che semmai stupisce è un talento poetico inatteso che gli permette di dedicarsi ad argomenti niente affatto banali.

In un paio di episodi, in particolare Caught In The Crossfire , John McCutcheon espone il suo punto di vista sulla situazione politica in America Latina, senza l’ardore tipico di un Bruce Cockburn ma con la stessa lucidità ed una sorta di dolce mestizia che si fa densa di partecipazione.

Ma soprattutto Gonna Rise Again rappresenta un atto d’amore verso il sud (ove l’artista, nativo del Wisconsin, risiede dai primi anni ‘70) espresso non tanto nostalgicamente quanto piuttosto dalla prospettiva di un attento osservatore che teme che le proprie radici ed il proprio passato vengano inesorabilmente cancellati dallo scorrere del tempo.

Le canzoni di Gonna Rise Again espongono questo amore con una vitalità ed una percezione rari e, pur proponendosi in un formato decisamente contemporaneo e quindi non propriamente tradizionale, posseggono la sensibilità propria del genere in cui John McCutcheon è stato immerso per così tanti anni.

Probabilmente questo Lp farà perdere qualche fan all’artista ma senz’altro gliene procurerà molti di nuovi; personalmente mi allineo a quest’ultimi, col solo rammarico di non aver altro spazio a disposizione onde approfondire le mie disquisizioni su quello che reputo uno dei dischi più belli del 1988.

Rounder 0222 (Folk, 1988)

Massimo Ferro, fonte Hi, Folks! n. 30, 1988

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