Si, gli Appalachi sono lontani. Affiorano appena sullo sfondo e l’eco delle loro ferrigne melodie, così care al giovane McCutcheon, si percepisce appena. Così era per il precedente Between The Eclipse e così sostanzialmente rimane in questo primo capitolo dedicato alle quattro stagioni, un album familiare visto e raccontato dalla parte dei ragazzi. L’estate dunque, afosa e provinciale, fra Huckleberry Finn e i Peanuts, nella sua scanzonata quotidianità di tuffi negli stagni, di romantiche notti di San Lorenzo, camping, biciclette e tagliaerba, zanzare, campeggi e gelatai. Mancano zia Polly e gli amici di penna. L’hammer dulcimer c’è e si dibatte fra suoni e strumenti che non appartengono al suo vissuto: reggae, rock-blues, jazz, New Orleans.
Qualche volta ha la meglio e s’impone, spalleggiato dal whistle in Meteors o nella bucolica ballata Riding My Bike in tutta la sua fanciullesca leggiadria. Ma la bici non è un tilbury, e la musica di John sembra riferirsi ad un crossover di suoni moderni piuttosto che alle aree fumèes dei bei tempi andati. Non che banjo e mandolino, pur presenti all’appello, se la passino meglio. Timidi, emergono, meravigliati di trovarsi in una selva di fiati, corde svisanti e sintetizzatori.
Il disco è tuttavia suonato con gusto, divertente e disimpegnato, con il suo odore di bucato che pervade ogni traccia. In Camping In The Wilderness la voce di John ricorda la grinta di John Hiatt e il travolgente blues di Power Mower, teatralmente interpretato, sembra addirittura suggerire un’energia alla Johnny Winter. Dad And Me, condotta per mano da pianoforte e sax è una serenata leggera e sottile, proprio come pioggia estiva. Superato l’impasse di un folk puro di cui non v’è più traccia, Summersongs si beve come rinfrancante succo d’arancia.
Rounder CD 8036 (Folk, Singer Songwriter, 1995)
Francesco Caltagirone, fonte Out Of Time n. 10, 1995)
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