La recensione di questo CD mi mette in leggero imbarazzo, perché su Bluegrass Unlimited (che non è una fanzine rionale), è stato segnalato come Highlight (ossia, eccellente). Non si tratta certamente di un cattivo album, ma non riesco a condividere tanto entusiasmo.
John Rigsby è cugino del più famoso Don, della Lonesome River Band: con lui condivide le origini tra i monti del Kentucky, a pochi chilometri dal confine con la West Virginia. Il suo bluegrass è (dichiaratamente) molto tradizionale, di tradizione di montagna.
Quella dei primissimi Stanley, per intenderci: ed infatti, è ben nota la collaborazione di John Rigsby con Ralph Stanley, fra gli altri.
Ora, se voi andate pazzi per quel tipo di suono ‘veramente’ tradizionale, allora sì, questo CD merita una segnalazione particolare. Ma se quel certo modo di interpretare in modo calante l’intonazione, a volte anche molto, turba il vostro orecchio ben temperato, be’, state attenti, perché qui il calare non è leggero.
John Rigsby non è assolutamente stonato: tanto e vero che sui pezzi che lo richiedono (essenzialmente dove ci sono cori) è perfettamente in pitch; ma, dove lo ritiene, cala, e di parecchio. Ed è questo il modo in cui lui ‘sente’ la canzone, tanto è vero che, con il fiddle, cala esattamente della stessa quantità (notevole esempio è I’ll Still Be Around If you Need Me, ma anche Queen Of The Bar).
Altri punti che possono rendere faticoso l’ascolto: ben due pezzi (sia pure su un generoso totale di sedici) eseguiti a cappella, con l’aiuto del cugino, è vero, ma nel più puro stile Battista Primitivo (molto primitivo) che sia dato sentire, e per un totale di oltre otto minuti; un paio di fiddle tune, per fiddle e banjo soli, molto rustici, e che assomigliano veramente a mille altri; infine, si poteva forse evitare di riproporre Black Mountain Rag, fra l’altro prolissa.
Vedo che questa comincia a sembrare una stroncatura: non lo vuole essere, perché il repertorio è molto bello, ed è, nel suo genere, molto ben eseguito, John Rigsby ha una bella voce che sa usare molto bene, ed i musicisti sono tutti estremamente competenti. Semplicemente, non credo sia un disco per tutti.
Probabilmente piacerà, e molto, agli appassionati di musica old time (sempre che sopportino l’idea di un banjo suonato – orrore – con i picks), ed a tutti gli appassionati del suono più antico.
Hay Holler HH1350 (Bluegrass Tradizionale, 2000)
Aldo Marchioni, fonte Country Store n. 55, 2000