Johnny Cash tra finzione cinematografica e realtà - Walk The Line

Il grande Johnny Cash, scomparso il 12 settembre 2003, prima di morire aveva fatto a tempo a leggere una prima stesura della sceneggiatura del film dedicato alla sua biografia, e aveva anche conosciuto il poi attore protagonista, Joaquin Phoenix.
E dopo due anni di lavoro, nel settembre scorso il film è stato presentato in anteprima mondiale a Toronto e poi, a ottobre, distribuito nelle sale cinematografiche americane.
Ricavando il titolo da quello di una delle più famose canzoni di Johnny, I Walk The Line, il film prende l’avvio nel gennaio 1968, mentre l’artista, interpretato da uno splendido Joachin Phoenix, è in procinto di esibirsi per i carcerati della californiana Folsom Prison. Le prime scene mostrano vari scorci del tetro carcere mentre in sottofondo un affascinante suono-rumore si fa sempre più forte ed intenso, finché si rivela essere una miscela della musica dei musicisti che ‘scaldano’ l’ambiente e dell’eccitazione dei carcerati, impazienti di assistere all’esibizione.

Un concerto la cui relativa registrazione pubblicata su LP sarà il più grande e popolare successo di Cash ed un vero e proprio giro di boa nella carriera. Un paio di mesi dopo, il matrimonio con June Carter regolarizza un rapporto in essere da diversi anni e porta al cantante una pace interiore a lungo ricercata, e da quel momento in poi per Cash sarà un crescendo di soddisfazioni sia nel campo professionale che in quello familiare.

Ma per giungere a tutto ciò ci sono voluti anni di impegno e di sacrifici, che nel film vengono recuperati nella forma di un lungo `flashback’ che risale fino al tragico evento della grave ferita, seguita dalla morte, del fratello maggiore Jack, avvenuta nel maggio 1944. Johnny, il cui nome era costituito semplicemente dalle iniziali J.R. (Geiar), che diventeranno ‘John R.’ solo al tempo del servizio militare, il giorno dell’incidente era andato a pescare anziché restare ad aiutare il fratello al lavoro con la sega elettrica ed al suo ritorno gli aspri rimproveri di un padre rancoroso e ubriacone gli procureranno un senso di colpa che lo perseguiterà per anni.

L’episodio successivo è il servizio militare in Aviazione, che svolge per circa tre anni a Landsberg, in Germania. Qui inizia ad approfondire l’approccio con la musica e, comprata una chitarra, con alcuni commilitoni forma il gruppo dei Landsberg Barbarians e inizia a comporre. La visione del film Inside The Walls Of Folsom Prison (Tortura, 1951) gli ispirerà la poi famosa Folsom Prison Blues, un brano che, comunque, ha dei debiti musicali verso Crescent City Blues pubblicato da Gordon Jenkins nel 1953 il quale, a sua volta, lo aveva elaborato da un blues tradizionale, mentre nel testo ricorda una canzone del grande Jimmie Rodgers.

Smobilitato nel luglio 1954 e sposata Vivian Liberto, interpretata da Ginnifer Godwin, Cash si stabilisce a Memphis dove si guadagna magramente da vivere come venditore porta a porta ma continua ad occuparsi di musica suonando con due meccanici che lavorano col fratello Roy. Sono Luther Perkins e Marshall Grant, resi ottimamente dagli attori Dan John Miller e Larry Bagby, che saranno poi di rilevante importanza nella creazione dell’originale sound di Cash, il cosiddetto ‘boom-chicka-boom’. Fin da questo periodo iniziano screzi e problemi, poi sempre più gravi, con la moglie Vivian, incinta della prima figlia Rosanne e desiderosa di formare una famiglia ‘normale’, mentre invece Johnny ‘perde tempo’ con la chitarra.

Verso la fine del 1954 l’etichetta Sun Records di Sam Phillips, l’unica di Memphis, godeva di una certa notorietà locale per la sua produzione di blues/rhythm’n’blues nero ma aveva anche iniziato a promuovere un giovane cantante bianco dall’improbabile nome di Elvis Presley, il cui primo disco That’s All Right era uscito a luglio, seguito a settembre da Good Rocking Tonight. E’ sicuramente l’interesse suscitato da questi due dischi a spingere Johnny a tentare un approccio alla Sun, cosa che nel film è rappresentata emblematicamente dal futuro cantante che si avvicina timidamente a una porta di servizio dello studio di registrazione, attraverso la quale si vede il giovane Elvis mentre sta provando, porta che però Sam Phillips chiude subito.

Con un nuovo tentativo Johnny ci riprova, questa volta entrando dalla porta principale della Sun Records, situata in Union Avenue, una semideserta strada periferica che però, forse non correttamente, nel film viene presentata come piena di negozi e ultra trafficata.

Eccellente è tutta la scena seguente, durante la quale Phillips giustifica il suo rifiuto del gospel proposto da Johnny, un genere assolutamente non commerciale, e la replica di Johnny con l’interpretazione della sua Folsom Prison Blues, dapprima in modo lento ed anonimo ma poi con più confidenza, con un tempo più veloce e con una voce sempre più potente, caratteristiche che in breve convincono Phillips ad ingaggiarlo. Nella realtà ciò è avvenuto in tempi lunghi, con diversi incontri, e la prima canzone che soddisfa Phillips è Hey Porter, che Johnny aveva scritto al tempo del servizio militare. Vi saranno poi diverse sessions, dove Cash incide altri titoli, ma bisognerà arrivare al maggio 1955 per le versioni definitive di Hey Porter e Cry Cry Cry, che vanno a costituire il primo disco del cantante, pubblicato a giugno.

Fino a questo momento le discordanze storiche del film non sono particolarmente rilevanti, ma i guai arrivano ora, con le carte degli eventi cronologici che vengono mescolate confusamente. L’episodio definito `Texarcana 1955′ fa riferimento ad uno show eseguito in questa cittadina nel quale figura presente anche Jerry Lee Lewis, il cui esagerato interprete Waylon Malloy Payne sembra, come giustamente rileva il giornalista Craig Baguley sulla rivista inglese Country Music People, “interpretare Dennis Quaid che interpreta Jerry Lee” (va ricordato che nel 1989 Quaid fu l’interprete molto ‘sopra le righe’ della biografia di Jerry Lee Lewis Great Balls Of Fire, i cui risultati furono anche spettacolari, ma spesso poco aderenti alla realtà).

Ora a Texarcana, Arkansas, risulta che nel 1955 Johnny vi si sia esibito alcune volte, a maggio, a settembre, a novembre ed a dicembre, alcune delle quali nell’ambito di tours di Elvis Presley, presenti anche Carl Perkins, Floyd Cramer ed altri. Ma di Jerry Lee Lewis non v’è alcuna traccia, dato che all’epoca stava ancora cercando la propria strada, che lo condurrà alla Sun Records solo nell’autunno del 1956, dapprima con del lavoro come sessionman, poi con le prime esibizioni locali e, a dicembre, con la pubblicazione del primo disco.

Nel 1956 Johnny continua a fare qualche tour con Elvis, oramai passato alla major RCA Victor, ma per lo più li effettua in compagnia del grande amico Carl Perkins, del nuovo Roy Orbison e di svariati altri artisti della Sun, girando in lungo e in largo gli stati del Sud, ma poi anche in California e Canada. Lontano anni luce dai moderni mega-spettacoli con decine di migliaia di spettatori e decine di tecnici e ‘schiavetti’ pronti a soddisfare ogni esigenza della star del momento, quelli erano i tempi quando gli stessi cantanti e musicisti portavano e sistemavano sul palco strumenti ed amplificatori, ed erano sempre loro a guidare le auto, anche sgangherate, per spostarsi da un luogo all’altro, magari a centinaia di miglia di distanza, esibendosi sera dopo sera in qualche piccolo locale davanti, a volte, a qualche centinaio di campagnoli esagitati e ubriachi (un grande e spassoso esempio di ciò lo si può ritrovare nel mitico film The Blues Brothers).

Grande accuratezza è stata usata nel film, con diversi accorgimenti e utilizzo di attrezzature d’epoca, per rendere la primitiva e pionieristica atmosfera dei concerti, ma una scena che vede Johnny guidare di notte verso la meta successiva, in un auto stipata con i suoi musicisti e un assatanato Jerry Lee Lewis, che discute di religione ma che cerca anche di insidiare un’assonnata June Carter (interpretata da Rheese Witherspoon), può essere spiritosa ma non convince per niente. Va precisato che negli anni ’50 June si esibiva nell’ambito della Carter Family, e poi anche da sola e sarà solo dal 1961 che si unirà a Cash entrando a far parte del suo Johnny Cash Show, in contrasto con quanto mostra il successivo episodio Wheeling, West Virginia 1958, nel quale si vedono Johnny e June cantare insieme sulla scena.

Più anziana di Johnny di 2 anni e 8 mesi, June Carter nasce il 23 giugno 1929 e cresce in una famiglia di musicisti, essendo la madre Maybelle uno dei tre componenti della storica Original Carter Family, attiva discograficamente fra il 1927 e il 1941. Nel 1943 Mother Maybelle forma una nuova Carter Family, composta da lei stessa e le tre figlie Helen, Anita e June, dette le Carter Sisters, guadagnando grande popolarità attraverso la radio e, dall’inizio dei ’50, diventando interpreti fissi del Grand Ole Opry di Nashville.

Plausibilmente, il film evidenzia come il giovane Johnny si appassioni al trio di ragazze, ma in particolare a June, ascoltandole alla radio o leggendo di loro su qualche rivista e che, una volta iniziata l’attività sulle scene, l’adulto Johnny abbia modo di ‘incrociare’ durante i tours l’oggetto dei suoi sogni giovanili.

Il successivo episodio con un riferimento `temporale’ si svolge nel 1964, quando Johnny ormai da diversi anni vive con la famiglia in California, ma prima di esso si assiste ad un altro concerto non identificato, al quale partecipano anche Jerry Lee Lewis e Waylon Jennings, dopo il quale viene mostrata brevemente la registrazione di I Walk The Line, nella realtà effettuata da Cash alla Sun nell’aprile 1956. Come già detto prima, Lewis inizierà professionalmente solo verso la fine del 1956, mentre Jennings nel 1956 faceva il disc jockey e inizierà una vera carriera musicale solo verso la fine del 1958, come musicista di Buddy Holly. E’ anche possibile che i tre abbiano fatto dei tour assieme, ma allora forse andrebbero collocati verso gli anni 1959/1960 e non nel 1956.

I Walk The Line è il primo brano di Cash ad apparire nella classifica Pop americana, al n. 22, nel settembre 1956. Una canzone d’amore che nel film è simbolicamente riferita alla passione di Johnny per June Carter, ma che in realtà il cantante aveva scritto per dedicarla alla moglie Vivian. Tra l’altro va detto che quest’ultima nel film ha una posizione alquanto marginale e praticamente sempre in contrasto con Cash, con atteggiamenti indisponenti, acidi e quasi isterici, cosa che non ha mancato di suscitare le proteste della figlia Kathy Cash.

A proposito degli altri cantanti presenti nel film va poi notato che, così come sono veramente eccellenti Joaquin Phoenix e Rheese Witherspoon nelle loro impersonificazioni, sono alquanto riduttive le visualizzazioni, con presenze più o meno brevi, dei vari Elvis, Orbison, Jerry Lee e Waylon Jennings, impersonato dal figlio Shooter, che verso la metà dei ’60 sfoggia degli incongrui capelli lunghi fino alle spalle e un’ispida barbetta. Ma ovviamente il film è la storia di Cash e non quella dei suoi amici musicisti…

Nei seguenti anni ’60 Cash ha sempre più gravi problemi di tutti i generi.

I rapporti con la moglie, che avevano cominciato a deteriorarsi fin dal 1955 soprattutto a causa delle prolungate lontananze per il lavoro `on the road’, e malgrado la nascita di altre tre figlie, Kathy nel 1956, Cindy nel 1958 e Tara nel 1961, si concluderanno con la divisione nel giugno 1966 e col divorzio nel gennaio 1968.

Lo stress e la fatica dei tours spingono il cantante ad un uso sempre più intenso di pillole eccitanti per essere in grado di esibirsi e di tranquillanti per poter riposare. Ciò lo porterà anche a gravi crisi fisiche che spesso gli impediscono di esibirsi, facendogli anche dimenticare le parole delle canzoni. E dell’ottobre 1965 è anche l’arresto al confine messicano di El Paso per importazione illegale di centinaia di pillole nascoste dentro la chitarra, al quale seguirà una condanna a trenta giorni di carcere, comunque non scontata. Nel frattempo si era rafforzato il rapporto con June Carter la quale, verso la fine del 1962, aveva composto il brano Ring Of Fire con Merle Kilgore (che nel film non figura), una quasi dichiarazione d’amore per Johnny che lui incide e che nell’estate del 1963 è al n.1 della classifica country.

Tutti questi eventi vengono riportati nel film, sebbene cronologicamente un po’ alla rinfusa, con uno Joachin Phoenix straordinariamente nella parte, e persino quasi emaciato in volto, esattamente come appariva Cash all’epoca. Fra questi eventi figura anche un rapporto intimo fra Johnny e June, che sarebbe avvenuto durante un tour a Las Vegas nel 1965.
Con l’acquisto della villa sul lago a Hendersonville (1967) il film prosegue mostrando varie scene, drammatiche e non, di vita familiare fra Johnny, i suoi genitori e la famiglia di June, un periodo durante il quale il cantante inizia a combattere la dipendenza dalle droghe. E qui viene anche collocato il momento nel quale Johnny inizia a vestirsi `tutto’ di nero. Per la verità era già dall’inizio della carriera che Johnny usava il nero nel suo abbigliamento, sebbene non in modo integrale come farà poi, soprattutto per differenziarsi dagli altri cantanti country, generalmente abituati a presentarsi sulle scene con abiti colorati e sgargianti, ma è solo dal 1971 che la sua figura di ‘Man in Black’ viene ufficializzata con la canzone, appunto, The Man In Black, che non è solo riferimento all’esteriorità dei vestiti ma in particolare è un richiamo alle preoccupazioni dello stesso Cash circa problemi umani e sociali di vario genere che dovrebbero essere affrontati e risolti.

Un altro fatto che il film vuole evidenziare è quello di considerare Johnny come uno degli storici pionieri del rock and roll, un giudizio che in anni recenti spesso è stato espresso anche altrove, qui e là. In realtà la cultura musicale di Johnny si basa, ed è rimasta, sul gospel e sul country, e sebbene i suoi inizi siano stati contemporanei ai tempi di formazione del rock and roll bianco (1954/1955) lui si è sempre considerato un artista country, certo non quello tradizionale, ma un country già innovativo, sia per il sound che per i contenuti dei testi. Fu il fatto di appartenere alla scuderia della Sun Records che lo spinse, o meglio fu spinto da Sam Phillips, a registrare alcuni titoli, Get Rhythm, Rock And Roll Ruby, Ballad Of A Teenage Queen, che potevano rientrare nell’ambito R&R ma che in realtà sono assolutamente irrilevanti se raffrontati a quanto realizzato nel contempo da pionieri come Elvis e Carl Perkins.

Il lungo `flash-back del film termina con la riunione dei funzionari della Columbia che, verso la fine del 1967, approvano la realizzazione dell’album del concerto a Folsom. Va notato che questa non è la prima volta che Johnny si esibisce per i carcerati, cosa che fa spesso fin dal 1957, ma è la prima volta che si effettua la registrazione di un simile concerto.
Tornato al presente, il film propone solo uno spezzone dello show, nel quale, malgrado il suggerimento del direttore del carcere di cantare un tranquillo brano religioso, Cash scatena l’entusiasmo dei carcerati con la sua intensa interpretazione del violento Cocaine Blues.
Il tradizionale lieto fine, corrispondente alla realtà, ha luogo poco tempo dopo, il 22 febbraio 1968 a London, Ontario (Canada) quando, sul palco di fronte al pubblico, Johnny ottiene da June il sospirato si alla sua ennesima richiesta di matrimonio.

Malgrado svariate inesattezze, rilevabili probabilmente solo dai fans più vicini al cantante, dal punto di vista spettacolare è sicuramente uno dei migliori film musical-biografici realizzati da lungo tempo a questa parte. E non a caso nel gennaio scorso gli sono stati assegnati ben tre Golden Globe, uno per il `Miglior film commedia o musicale’, uno per il ‘Miglior attore commedia’ ed uno per la `Miglior attrice commedia’, mentre a marzo, su cinque `nominations’, ha incassato ‘solo’ un Oscar per la ‘Miglior attrice protagonista’.

P.S.: La sceneggiatura del film si basa sulle due autobiografie scritte dal cantante, Man In Black (1975) e Cash, The Autobiography (1997). Sono degli scritti molto interessanti per come i fatti sono raccontati ma, come mi è capitato di notare anche in altri casi simili, dove lo stesso protagonista spesso non vuole, o non è in grado di citare i tempi ed i periodi esatti di avvenimenti che ha vissuto in prima persona. Difatti è raro che un artista, cantante o attore che sia, tenga personalmente una precisa cronistoria di quello che fa. Ed è più facile che sia un familiare a seguire e a documentare tutti gli eventi che lo riguardano, oppure anche un fan che ha seguito da vicino tutta la sua carriera. O ancora, anche qualche biografo sul tipo dei vari Peter Guralnick e Nick Tosches, che spendono anni in ricerche cartacee e in interviste alle persone che hanno avuto anche minimi rapporti col personaggio in questione.

L’impressione che si ha è che svariati episodi del film vengono proposti così come li ha ricordati l’autore, il quale, magari giustamente, dopo 40 o 50 anni può non ricordare tutto con precisione. Ed è questa mancanza di approfondimento nei collegamenti con altri personaggi che hanno incrociato la strada di Cash, i vari Elvis, Jerry Lee Lewis, Waylon Jennings, e la stessa June Carter, a disturbare particolarmente.

DIAMO A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE
Qui di seguito commentiamo alcuni articoli e recensioni del film apparsi su quotidiani e riviste nostrane negli ultimi mesi.

La leggenda dell’’uomo in nero’ (Corriere della Sera, 16.9.2005)
“…Walk the line dove vengono con esattezza anche riproposti i due concerti nella Folsom Prison in California: il primo nel 1957 e quello del suo ritorno… nel 1968, per una memorabile esecuzione di fronte a 1.000 detenuti, poi replicata da un altro concerto e dall’album Cash At San Quentin.”
Nel 1957 Johnny si esibì nella prigione di Huntsville, Texas, (evento che non è presentato nel film) e non nella Folsom Prison dove, davanti a due gruppi di 1000 diversi carcerati ciascuno, il 13 gennaio 1968 diede due concerti, allo scopo di avere più sicurezza per la realizzazione del disco, per il quale comunque venne usata la prima esibizione e un solo brano della seconda. Che significa la citazione di una ‘replica’? Forse intende il secondo concerto del pomeriggio? E l’album Cash At San Quentin, realizzato in un altro carcere l’anno dopo che c’entra? Forse voleva citare l’album Cash At Folsom Prison?
“…e quella della sua audizione a Nashville nel Sun Records di Memphis…”
Non si capisce bene cosa vuol dire: l’audizione venne fatta alla Sun Records di Memphis, e Nashville allora…?!

L’angelo del country che cantò l’inferno (Repubblica, 30.12.2005)
Un eccellente e approfondito articolo con solo due nei. Primo, il fatto che Cash in carcere dopo l’arresto del 1965 maturi la decisione di esibirsi per i detenuti, cosa non vera perché in quell’occasione, malgrado una condanna a 30 giorni, non scontò alcuna pena, e poi perché iniziò ad esibirsi per i carcerati fin da quasi l’inizio della carriera. Secondo, i tour del ’55 in compagnia di J. L. Lewis, che invece esploderà sulle scene solo alla fine del ’56.

Amore Country (Ciak, Febbraio 2006)
“…(dai tempi delle prime incisioni per la Sun Records la sua divisa era un insieme da cowboy nero pece)…”
Se la scrivente avesse visto il film, o anche qualche foto dell’epoca, avrebbe potuto notare che Johnny non usava vestirsi integralmente di nero ma usava di tutto in pò oltre al nero, il bianco, il grigio, il blu e finanche il rosso. La figura dell”uomo in nero’ nascerà solo alla fine dei ’60/inizio dei ’70.
“…Joachin Phoenix, che abbiamo incontrato a Los Angeles, ce lo racconta.”
Mmmm…mi permetto di avere qualche dubbio. L’articolo, che presenta una presunta intervista a Phoenix, contiene delle lunghe risposte praticamente uguali a quelle presenti sul numero 11 (gennaio) della rivista inglese Mojo Classic. O qualcuno ha ‘copiato’, oppure si tratta di un’intervista fasulla basata sulle estese note informative che di solito in questi casi vengono distribuite dagli uffici stampa. Nello stesso numero di Ciak appaiono anche una recensione del film, breve ma precisa e puntuale, e una recensione del CD della colonna sonora. Qui non so con quale faccia lo scrivente possa dichiarare: “Da applausi Tyler Hilton, che snocciola That’s All Right senza far rimpiangere Elvis.” Ma l’ha mai sentito Elvis? Hilton non gli arriva neanche alla suola delle ‘blue suede shoes’, mentre piuttosto v’è nuovamente da rilevare che, a parte gli ottimi Tennessee Two, nel film tutti i cantanti compagni di strada di Cash sono stati presentati in modo piuttosto squallido e deludente.

Reese Witherspoon – All’Oscar con la chitarra (Io Donna, 11.2.2006)
Un articolo che volendo cercare d’essere spiritoso risulta soltanto ignobile.

Una storia d’amore che punta all’Oscar (‘Venerdì’ di Repubblica, 17.2.2006)
Una buona paginetta informativamente chiara.

Incredibile! Ho imparato a cantare! (Sorrisi e Canzoni, 18.2.2006)
“…Johnny Cash, uno dei fondatori del rock americano assieme a Elvis Presley e Jerry Lee Lewis.”
Un giudizio che si è andato diffondendo in questi ultimi anni ma, se è vero per Presley e Lewis, non lo è proprio per Cash, semmai creatore di un personalissimo country precursore di quello dei cosiddetti ‘outlaws’ Jennings e Nelson. Per il resto un ottimo ed informativo articolo.

Johnny Guitar (Film TV, 19.2.2006)
“…e Cash si troverà fra quei ‘Pionieri’…che gettano le fondamenta del rock…”
Nei primi anni Johnny si trovò sì fra i ‘pionieri’ Presley, Perkins e Lewis, ma musicalmente fu piuttosto un innovatore del country tradizionale. Per il resto un articolo breve e dignitoso, a parte un insulso titolo, già utilizzato dal quotidiano L’Unità all’epoca della morte di Cash, che richiama un omonimo film western del 1954 col quale Cash nulla ha a che spartire.

Storia di Johnny che cadde e risorse (Panorama, 23.2.2006)
“…un concerto… registrato dal vivo nella prigione di Folsom, dove aveva soggiornato.” Ennesima citazione della solita leggenda metropolitana. Cash venne arrestato un paio di volte, passando poi la notte in guardina, ma non ha mai scontato un pena in carcere, contrariamente a quanto possono pensare commentatori poco informati.

Joaquin Phoenix fa Johnny Cash (Corriere della Sera, 17.2.2006)
Corretta presentazione che cade solo nella citazione del `rhythm&blues’, un genere alquanto lontano dalla musica di Cash.

Johnny Cash cade e risorge, è sempre la solita storia (Repubblica, 17.2.2006)
“…attraverso il personaggio di June Carter, ragazza madre nell’America puritana…”
`Ragazza madre’? Ma lo scrivente cosa ha capito? Prima di Johnny Cash, June ha avuto due figlie da due mariti, dai quali ha poi regolarmente divorziato.
“. . .June, che nella realtà era più anziana di Cash (tanto da fare, in un western per la tv, la parte di sua madre)…”
Per la precisione June era più anziana di Johnny di 2 anni e 8 mesi, un tempo assolutamente irrilevante che invece lo scrivente fa sembrare abissale. Non ho rintracciato questo fantomatico film TV ma comunque, anche ammesso, lo scrivente non ha mai sentito parlare del trucco per invecchiare l’aspetto degli attori?

Quando l’amore brucia l’anima (Il Giorno, 17.2.2006)
Breve ma simpatica ed onesta recensione.

Quando l’amore brucia l’anima (City, 17.2.2006)
“A dispetto delle statistiche USA, il concerto carcerario dell’uomo in nero (1968) qui si svolge al cospetto di galeotti bianchi”
Mah!… non si capisce cosa voglia dire il recensore… ma il film l’ha visto?? Con tutto quello che c’è da poter citare si sofferma su un fatto del tutto marginale, soprattutto sbagliando, perché non è vero che i carcerati sono tutti bianchi ma ve ne sono anche diversi di colore, qui e là. E questo è perfettamente riscontrabile sia nel film che nelle relative foto di scena, così come anche, volendo, nelle foto d’epoca del vero concerto.

Quando l’amore brucia l’anima (Vivi Milano, 22.2.2006)
“…il film, elegantemente inerte, preferisce i toni della love story e non mostra né il mistero della creazione artistica né il percorso di redenzione dopo l’abisso.”
Il film presenta i fatti salienti e più significativi della vita di Cash fino al 1968 e già così è della durata di 2 ore e 15 minuti. A voler ripercorrere da vicino anche la storia della nascita delle sue composizioni e della relativa produzione discografica, cose sicuramente interessanti, così come anche i successivi 35 anni di attività, forse sarebbe stato necessario fare un film di 5 o 6 ore. Forse sarebbe carino rileggere almeno una volta quello che si è scritto.

DISCHI DI JOHNNY CASH
Dopo la scomparsa di Johnny nel 2003, hanno visto la luce svariate raccolte antologiche di sue incisioni già note e/o inedite, fra le quali presentiamo qui di seguito le più importanti.

My Mother’s Hymns Book – (American/Lost Highway BMG 2004)
Una scelta di registrazioni inedite di brani di natura religiosa ricavati da Heavenly Highway Hymns, un libro di inni appartenuto alla madre di Johnny. Quindici titoli che il cantante interpreta intensamente col solo accompagnamento della sua chitarra.

The Legend (Box 4CD) – (Columbia Legacy/Sony BMG 2005)
Ottima raccolta di centoquattro titoli significativi, compresi anche diversi inediti, che coprono tutti i periodi discografici del cantante e sono raggruppati sotto quattro categorie logiche denominate Win Place And Show-The Hits, Old Favorites And New, The Great American Songbook e Family And Friends. Questa è la versione ‘standard’ del box, ma ne esiste una versione ‘deluxe’ in tiratura limitata che comprende un quinto CD con la registrazione di una trasmissione radio di Johnny del 1954 e un DVD contenente un documentario realizzato nel 1980 sui primi 25 anni di carriera di Cash, il tutto accompagnato da un libro, formato cm. 30 x 40, con 120 pagine di preziose foto in bianco e nero e a colori, rare e inedite.

Ring Of Fire The Legend Of Johnny Cash – (Universal/Sony BMG 2005)
Ventuno titoli che riassumono sinteticamente tutta la carriera di Cash, a partire dai brani realizzati per la Sun Records nel 1956 fino agli ultimi per la American pubblicati nel 2002.

At Folsom Prison/At San Quentin (2CD) – (Sony 2006)
Gli album dei due concerti tenuti alla Folsom Prison e a San Quentin, pubblicati originariamente nel 1968 e nel 1969, negli anni 1999 e 2002 vennero riediti con le versioni integrali dei concerti. Queste stesse riedizioni sono ora qui riproposte in un’unica confezione di 2 CD.

Duets – (Columbia Legacy/Sony BMG 2006)
Eccellente raccolta di sedici brani interpretati da Cash in duetto con la moglie June Carter, con alcuni classici titoli quali It Ain’t Me Baby, Jackson, If I Were A Carpenter e Help Me Make It Through The Night.

Traveling Cash. An Imaginary Journey – (Bear Family 2006)
Una scelta di venti registrazioni originali Sun scelte e disposte in sequenza logica per costituire un ‘concept album’ che vuole narrare le vicende di un immaginario viaggiatore ‘Traveling Man’. Un modo originale per riproporre dei classici titoli fra i quali figurano, a sorpresa, due versioni alternative inedite.

DISCHI TRIBUTO DI ARTISTI VARI
I seguenti sono dischi di un particolare interesse che presentano classici titoli di Johnny nelle versioni realizzate da artisti provenienti da molteplici e svariate tendenze musicali.

Kindred Spirits-A Tribute To The Songs Of Johnny Cash – (Columbia/Sony 2002)
Fra tutte è forse la raccolta più `titolata’ dato che fra gli interpreti figurano nomi quali Bob Dylan (Train Of Love), Little Richard (Get Rhythm), Hank Williams jr. (Big River), Bruce Springsteen (Give My Love To Rose), e poi ancora Rosanne Cash, Dwight Yoakam, Keb’ Mo’, Travis Tritt, Steve Earle, Marty Stuart ed altri ancora, tutti impegnati a riproporre i tipici brani di Johnny con le loro specifiche caratteristiche musicali.
Realizzato quando Johnny era ancora vivo, vede lo stesso cantante partecipare a Meet Me In Heaven, cantata da Janette Carter, una delle discendenti dirette della storica Carter Family, e scriverne le ‘note di copertina.

Dressed In Black-A Tribute To Johnny Cash – (Dualtone 2002)
Qui i nomi che hanno realizzato la serie-di diciotto cover di classici di Cash sono meno eclatanti ma i risultati sono comunque di valore, in particolare quelli dei vari Hank Williams III, Rodney Crowell, Billy Burnette, James Intveld, Dale Watson e Eddie Angel.

Johnny’s Blues-A Tribute To Johnny Cash – (Northernblues 2003)
Raccolta di tredici variegate interpretazioni di classici di/o interpretati da Johnny, con alcuni degli artisti che si distinguono sugli altri, Paul Reddick con Train Of Love, Garland Jeffreys con Walk The Line, Blackie & The Rodeo Kings con Folsom Prison Blues, Sleepy LaBeef con Frankie’s Man Johnny e Colin Linden con Big River.

Cash Covered – (Mojo Magazine 2004)
Venduto in accompagnamento alla rivista inglese Mojo, più che un organico tributo realizzato appositamente è una raccolta di covers di titoli connessi a Cash recuperati qui e là. Comunque interessante, vede la presenza di nomi quali Michelle Shocked, Waylon Jennings, Steve Earle, Mississippi John Hurt, Nick Cave, Willard Grant Conspiracy e Shelby Lynn.

Walk The Line – (Wind Up/Sony BMG 2005)
Colonna sonora del film omonimo con sedici delle canzoni presenti nella pellicola, dodici delle quali rese con grande aderenza e naturalezza dai due interpreti principali Joachin Phoenix e Reese Whiterspoon e quattro cantate dagli attori che interpretano Elvis Presley, Jerry Lee Lewis e Waylon Jennings. All’atto pratico il disco risulta essere un vero e proprio affascinante e piacevole tributo al grande Johnny Cash.

Augusto Morini, fonte Jamboree n. 53, 2006

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