Jon Strong, inglese, si è fatto le ossa aprendo per anni i concerti di musicisti di valore del calibro di Van Morrison, Ry Cooder, Clannad e Robert Palmer. Ha una formazione classica ed è dotato di una bella voce (talvolta richiama Steve Forbert) e scrive anche del materiale abbastanza valido.
Follow Me è il suo disco di esordio ed alterna momenti indubbiamente interessanti (come la title track o l’intimista Gun Metal Grey) ed altri decisamente mediocri (come In Your Dreams, Call My Number o Same World). Ci sono echi di Graham Parker e del già citato Steve Forbert, l’influenza sempiterna di Morrison e uno spizzico dylaniano: Strong se la cava, ma non riesce ad emergere.
Talvolta si dibatte in mediocri canzoni dal riff già sentito, come Joined At The Hip, talvolta graffia con un deja-vu di qualità, come Bad News On The Mountain, in altri momenti sfiora la grande canzone, come in Follow Me, o scrive brani molto intensi come Diamond Shine.
La voce è buona, piuttosto arrocchita ma espressiva, e la band che lo circonda è diligente. Un disco discreto, quindi, quasi tre stelle, due e tre quarti per la precisione, che parte con il piede giusto (Follow Me), ma che si perde via via per riprendersi e ricadere. Alla prossima Jon, sperando in un disco più ‘strong’.
Linn 023 (Singer Songwriter, 1993)
Paolo Carù, fonte Out Of Time n. 2, 1994
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