Muleskinner - Live cover album

Stampa giapponese, confezione lussuosa, come resistere alla tentazione di rituffarsi nelle atmosfere acustiche di quando David Bromberg era una star, quando solo la presenza di Vassar Clements era motivo per l’acquisto di un album, così come Norman Blake era un esempio per qualsiasi chitarrista e Seatrain, Nitty Gritty Dirt Band e Blue Velvet Band facevano impazzire i collezionisti più accaniti. Quindi la pubblicazione di questo seguito ad un’avventura di tanti anni fa, non poteva che farci piacere, quantomeno a tutti gli over 40 che li hanno apprezzati alla loro prima apparizione e che mai avrebbero sperato in una seconda pubblicazione ufficiale.

Il concerto proposto risale al 13-2-1973, ma vent’anni, come possono essere troppi, possono anche non sembrare mai passati e questa è senz’altro la magia che musicisti di classe cristallina come Peter Rowan, grande chitarrista e uno dei country vocalist più dotati mai ascoltati, oltre che autore del classico Land Of The Navajo, riescono a ricreare. Richard Greene, un violinista virtuoso senza uguali nell’ambiente country e bluegrass, dove il violino è strumento insostituibile. David Grisman ha fatto del mandolino uno strumento solista, facendolo uscire dal coro nel quale era sempre stato relegato con compiti di secondo piano e sul quale ha saputo costruire uno stile brillante ed innovativo, la dawg music. Lo stesso discorso vale per Bill Keith ed il suo banjo, che altrimenti avremmo continuato a vedere solo nei film western. Se Clarence White avesse preferito la chitarra elettrica e ci fosse ancora, sarebbe diventato più celebre di Clapton; il suo talento non è mai stato abbastanza celebrato. Un gran quintetto che ha saputo rinnovare, rispettandone le caratteristiche una musica antica, sposandola ora al blues, ora al jazz, garantendole aperture mai immaginate. Sono minuti indimenticabili.

Sierra SXCD 6001 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 1993)

Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 2, 1994

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